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Il diritto d’autore ha cambiato musica

Meno timbri e burocrazia,più trasparenza e certezza nelle norme.E vantaggi per gli enti non profit che pagheranno in base al numero di soci.

di Federico Cella

Tassati, ma contenti. Il mondo dell’associazionismo sociale continuerà infatti a pagare alla Siae i diritti d’autore per le musiche utilizzate nei concerti piuttosto che nelle feste dei circoli, ma lo farà in base al nuovo accordo raggiunto la scorsa settimana tra la Società italiana autori ed editori e i rappresentanti del mondo delle associazioni. Un accordo che per chiarezza e convenienza economica ha fatto davvero contenti tutti. Da un lato il rinnovato ente di diritto pubblico, che così prosegue sulla strada delle intese con i diversi settori produttivi nazionali – così è stato con le Pro Loco, e così sarà con la Confcommercio -, dall’altro oltre 20 mila circoli sociali per un totale di quasi cinque milioni di associati, che potranno così godere di musica con regole chiare e meno burocratizzate. A dire il vero ci sono voluti ben sette anni per arrivare alla stipula di questo corposo accordo – di circa una cinquantina di pagine, dove nulla è lasciato al caso -, dato che i primi contatti, mossi da Arci e Acli, erano datati 1992. Presenti alla firma i rappresentanti di Acli, Aics, Arci, Endas e Uisp, che hanno subito avuto modo di commentare in modo positivo l’accordo-quadro. Salutando con soddisfazione quelli che si potrebbero definire i tre punti chiave di tutta la “trattativa”: la chiarezza delle tariffe e dei casi di loro applicazione – basati essenzialmente sul numero degli associati dell’ente che fa richiesta (vedi box per dettagli) -, che permettono così di superare ogni possibile discrezionalità, tipica della passata gestione; lo snellimento e la semplicità dell’iter burocratico, che semplifica il lavoro dell’ente e aiuta a superare la visione della figura della Siae come un’agente delle tasse; il miglioramento delle condizioni economiche apportate dal nuovo accordo: le tariffe, in media, hanno subito pochissime variazioni rispetto al precedente, datato primi anni Ottanta. Fra i firmatari c’era anche Giuliano Rossi, tributarista legato al mondo Arci. Che ci spiega nel dettaglio il reale valore di questo accordo per l’associazionismo italiano. «Prima di tutto riusciamo a superare le regole precedenti, che riguardavano solo una sfera minima delle attività organizzate dalle associazioni, limitate solo alla diffusione musicale per via meccanica», spiega Rossi. «Anche questo accordo nasce già con delle limitazioni, cioè è esteso alle sole attività musicali. In questo senso, comunque, altri accordi verranno presi con le sezioni Siae che si occupano di altre tipologie di spettacolazione. Ma la bontà di tutto l’accordo dipende sicuramente dal fatto che, all’interno del mondo dell’associazionismo, si è utilizzata la “graduatoria” definita dalla legge 460 sui soggetti associativi, definendo quindi un occhio di riguardo – in media un 5% di “sconto” in più – per quelle attività organizzate da enti di promozione sociale». Tutte le associazioni che lo vorranno, dunque, potranno avvalersi di questo accordo, che verrà presto recapitato in ogni sede, semplicemente notificando all’ufficio periferico Siae la propria ragione sociale e l’esatta tipologia – l’accordo ne definisce undici – dell’intrattenimento che intende organizzare. A garanzia della gestione dell’accordo e degli eventuali contenziosi è inoltre stabilito che verrà costituita in tempo breve una Commissione paritetica a partecipazione mista fra i soggetti stipulanti. «Siamo riusciti a riunificare in questo “contratto” tutte le normative sparse che avevano interessato l’associazionismo nel corso degli anni», conclude Loredana Sabbi, responsabile Siae dell’Ufficio accordi per la musica. «E, di fatto, siamo riusciti a coprire tutte quelle tipologie di intrattenimento che le associazioni organizzano. Arrivando così a una fondamentale semplificazione del lavoro, nostro e loro». Quanto vi costa organizzare un concerto? Parametri certi: è questa la parola d’ordine del nuovo accordo tra Siae e associazionismo, per quanto riguarda i diritti d’autore da pagare in occasione di feste e raduni organizzati dalle associazioni italiane. E il parametro di riferimento sarà proprio il numero degli iscritti all’ente, una soluzione che dovrebbe evitare eccessive burocratizzazioni e rendicontazioni. Basterà notificare all’Ufficio territoriale competente Siae (per informazioni, sede centrale: tel. 06.59,901) il proprio status associativo e la tipologia di spettacolo che s’intende organizzare. Facciamo qualche esempio: per organizzare una serata di intrattenimento danzante gratuita, un’associazione fino a 300 iscritti dovrà pagare un “affitto” di lire 70 mila, fino a mille iscritti lire 160 mila, oltre, 230 mila lire; se, invece, la serata darà luogo a introiti percepiti dal circolo organizzatore, questo, oltre a tariffe diverse, dovrà corrispondere alla Siae il 15% dell’importo eccedente al pareggio. Per un concerto di musica rock, invece, fino a 300 iscritti la quota sarà di 164 mila lire, fino a mille 484 mila lire, oltre 690 mila lire. Infine, un’associazione che decida di organizzare dei corsi di danza, con venti partecipanti e con un massimo di quaranta ore mensili, per esempio, dovrà corrispondere alla Siae per la musica utilizzata un abbonamento annuo pari a lire 150 mila.


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