Welfare

Il diritto Costituzionale di disobbedire

Un'iniziativa dei parlamentari dell'opposizione chiede la modifica della Costituzione per il diritto dei cittadini a disobbedire quando i pubblici poteri scelgono la guerra e politiche xenofobe

di Redazione

“Qualora i pubblici poteri violino le libertà fondamentali e i diritti garantiti dalla Costituzione, laddove non siano azionabili altri rimedi previsti dall’Ordinamento, la disobbedienza civile, individuale e collettiva è un diritto ed un dovere di ogni cittadina e cittadino” Questo il testo della modifica dell’art. 54 della Costituzione presentato il 3 luglio 2002 da Elettra Deiana, parlamentare di Rifondazione Comunista e sottoscritto da un gran numero di deputate e deputati. Una modifica che, a partire dal particolare momento politico nazionale ed internazionale, coglie la necessità di molti, uomini e donne, di riaffermare i valori della democrazia anche ricorrendo a pratiche di disobbedienza civile. “contrastare attivamente la legge razzista Bossi-Fini, come hanno invitato a fare anche alcuni vescovi – spiega Elettra Deiana – organizzare la diserzione civile e militare ad una nuova guerra in Iraq, dire no la tentativo di mettere in discussione regole costituzionalmente riconosciute della convivenza civile: con questa modifica costituzionale tutto ciò sarebbe un principio legittimo del patto di cittadinanza e non soltanto l’espressione di un dissenso politico.” Erano presenti le deputate e i deputati: Katia Belillo (PDCI), Paolo Cento (Verdi), Titti De Simone (PRC), Elettra Deiana (PRC), Graziella Mascia (PRC), Giovanni Russo Spena (PRC), Silvana Pisa (DS), Luana Zanella (Verdi), Katia Zanotti (DS)


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