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Il digital storytelling arriva anche nel campo sociale

Lo storytelling digitale è diventato uno strumento di intervento educativo, ma anche una leva fondamentale per generare cambiamento sociale e culturale, non solo per raccontarlo. Il caso del podcast Tits Up!

di Luca Cereda

Tits Up! Chi ha visto la serie tv La fantastica signora Maisel (The Marvelous Mrs. Maisel) sa cosa significa: è la frase che la protagonista ripete a se stessa prima di salire sul palco per le sue esibizioni di stand up comedy, e potremmo tradurre l’espressione così: “Petto in fuori!, che è un augurio e un incoraggiamento. Viene da qui il titolo della serie podcast dedicata a raccontare le donne che stanno affrontando il tumore al seno. Un podcast prodotto e realizzato da storielibere.fm insieme Fondazione Airc per la ricerca sul cancro. Un titolo che non potrebbe essere più azzeccato, anche perché a pensarlo è stata una donna – autrice televisiva – che la malattia l’ha vissuta, ovvero «la sua conduttrice Samanta Chiodini, che ha dato vita a questo progetto, partendo della campagna Nastro Rosa, insieme a noi dell’Airc, e alla piattaforma di podcast Storielibere.fm. Sei le puntate che sono state pubblicate lo scorso anno, in cui Samanta dialoga con donne, ma anche uomini, che hanno vissuto – o stanno vivendo – con la malattia. Oppure sono caregiver di persone malate», racconta commossa Nadia Bordoli, responsabile della comunicazione esterna di Fondazione Airc per la ricerca sul cancro, che ricorda Samanta, scomparsa a febbraio di quest’anno.


Quando il mondo interiore della voce incontra il digital storytelling

L’88% delle donne colpite da un tumore al seno guarisce, «ma nella scelta delle storie della prima stagione abbiamo ritenuto fosse onesto raccontare tutti i tipi storie – spiega Rossana De Michele, CEO e fondatrice di storielibere.fm -. Il progetto è nato dalla volontà di Airc di fare delle chiacchierate informali sul tumore al seno, senza enfatizzazioni. La scintilla è arrivata da Samanta stessa e da una sua amica, quando le ha chiesto di incontrare sua madre che aveva da poco avuto la diagnosi: voleva che Samanta le mostrasse che è possibile continuare a vivere. Grazie al podcast stiamo arrivando a tantissime donne, anche perché il mondo della voce è molto più interiore di quello delle immagini, e permette di aprirsi più facilmente», spiega De Michele. «Insieme a Samanta Chiodini abbiamo voluto creare un programma in cui fosse possibile pronunciare la parola ‘cancro’ e inserirla in un contesto in cui non esiste soltanto la malattia. Perché ogni donna è se stessa, non il suo tumore».

I protagonisti delle sei puntate, voci, esperienze di vita, e molto altro

Tra le storie di Tits Up! c’è Valentina, che ha scoperto di avere un tumore durante la gravidanza (qui la sua storia), Cristina Donadio (la Scianel della serie tv Gomorra) che si è ammalata durante le riprese. «C’è anche Rossana, che ha seguito il protocollo sperimentale della dieta mima-digiuno e ha cambiato completamente il suo rapporto con il corpo, la ballerina Carolyn Smith, il giornalista Alessandro Milan – marito di Wondy (la scrittrice Francesca Del Rosso, deceduta nel 2016) che racconta il tumore dal suo punto di vista di caregiver – e la travel blogger Francesca Barbieri, conosciuta come Fraintesa. Ogni puntata ha proposto uno sguardo, la visione di chi ha vissuto il cancro al seno o ha assistito una persona malata e la vicenda personale viene affiancata da un medico, attraverso le parole di Lucia Del Mastro, oncologa dell’Ospedale San Martino di Genova e ricercatrice Airc. Avevamo le storie e queste storie abbiamo pensato potessero servire ad ascoltatrici e ascoltatori interessati», racconta Bordoli.

L'articolo integrale è su Morning Future.

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