Mondo
Il diario di Luigi Bobba. Anchio canto il canto di Noah
Le emozioni del presidente Acli fra gli 80mila: "Il messaggio del Papa, le bandiere palestinesi e israeliane e le toccanti parole della cantante".
di Luigi Bobba
Il vecchio Papa, sofferente nel corpo ma lucido nella mente, ha mandato in archivio il maldestro tentativo di bollare come un?iniziativa di parte l?edizione straordinaria della Marcia Perugia – Assisi. Con un messaggio e la benedizione apostolica rivolta al vescovo di Assisi, monsignor Goretti, ai promotori e ai partecipanti, il Papa si è voluto unire a tutti coloro che ritrovandosi nella città di San Francesco, vogliono spingere gli organismi internazionali e i governanti a trovare subito «soluzioni rispettose dei diritti di ciascuno e capaci di creare le condizioni necessarie perché finalmente all?odio subentri l?amore, all?offesa il perdono». Con buona pace dei ?polisti? nostrani, cui si è sottratto l?intelligente presidente della Camera, Casini e, seppur tardivamente, il ministro Buttiglione, rammaricatosi per essere stato assente ad Assisi.
Non potevo certo mancare all?appuntamento delle 8 di domenica 12 ai Giardini del Frontone, non solo perché sono tra i promotori, ma soprattutto perché personalmente scosso dalle parole del cardinale Etchegaray, l?inviato speciale del Papa che ha sbloccato l?impasse della Basilica della Natività, quando ha detto che «non è tempo di stare con le mani in mano, ma di fare con le nostre mani una lunga e solida catena di solidarietà e di pace».
Già alla partenza siamo felici. La giornata è buona ma soprattutto vengono subito fugate le nostre preoccupazioni sulla partecipazione: alla fine saremo in 80mila che, per un?edizione organizzata in quattro settimane, è un bel successo.
La novità di questa marcia è data dall?adesione e dalla presenza di una miriade di piccole associazioni, piccoli Comuni, parrocchie. Un popolo della pace minuto, disarmato, debole ma tenace, vitale e resistente. Insofferente delle strumentalizzazioni, nauseato dalle polemiche ma con una gran voglia di esserci. Un popolo toccato dalle parole di Noah, cantante israeliana, e di Nabil, musicista palestinese. Il racconto del loro incontro, del come hanno superato diffidenze e ostilità, è stato uno dei momenti più intensi della giornata. «Ognuno di noi prima di essere israeliano o palestinese, è un essere umano», ha detto la cantante. È in nome di questa umanità che sul loggiato della Basilica un israeliano e una palestinese si sono scambiate le lampade votive che i rappresentanti di tutte le confessioni religiose avevano acceso nella memorabile giornata del 24 gennaio, sempre qui ad Assisi. Ma la Marcia è stata anche un gesto politico. Avshalon Vilan, fondatore di Peace Now e deputato di Meretz, è arrivato dalla grande manifestazione di Tel Aviv per dire che «il popolo palestinese e quello israeliano si meritano dei leader capaci di garantire la sicurezza di Israele e di far nascere uno Stato palestinese». Con i vecchi giocatori, dicono quelle parole, sarà difficile trovare la pace.
La marcia riparte dalla Basilica, c?è il tempo per ascoltare i Nomadi, Jovanotti e Bennato, e per far sventolare le bandiere di questa giornata: quelle israeliane e quelle palestinesi.
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