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Il dialogo Ue-Usa sulla sicurezza fa i conti con l’etica e la privacy

Qui Bruxelles, a cura di Matteo Manzonetto.

di Matteo Manzonetto

Stati Uniti e Unione europea proseguono il dialogo in materia di sicurezza delle frontiere e dei trasporti, ma senza grossi passi in avanti. Si è infatti concluso a Bruxelles il terzo meeting di alto livello Usa-Ue, che però non ha portato a un accordo sull?introduzione in Europa dei passaporti biometrici richiesti da Washington per entrare nel territorio Usa. Vi hanno partecipato alti funzionari della Commissione, la presidenza lussemburghese dell?Ue, e il coordinatore europeo anti terrorismo Gijs de Vries.
Sul tavolo anche la politica dei visti, la memorizzazione e lo scambio dei dati dei passeggeri, i controlli alle frontiere e la sicurezza doganale, argomenti dalle profonde e ampie implicazioni per i gli spostamenti e gli scambi tra le due sponde dell?Atlantico. Al centro del dibattito le necessità di conciliare la tutela della privacy e gli aspetti etici che vi sono legati con la sicurezza collettiva e le politiche anti terrorismo.
«L?obiettivo è di non avere alcun divario a livello di sicurezza tra Europa e America», afferma Jonathan Faull, direttore generale alla Giustizia della Commissione europea e stretto collaboratore di Frattini.
L?Europa ha da subito cercato di adeguarsi agli standard sicurezza Usa post 11 settembre, ma ha sollevato molte critiche riguardanti soprattutto i problemi etici legati alla protezione dei dati personali.
Bite-Biometric Identification Technology Ethics Project, un?azione finanziata dall?Ue, mira a gettare le basi per il dibattito sulla questione. Emilio Mordini, coordinatore del progetto, sottolinea che si possono presentare problemi per i soggetti più deboli, come gli immigrati o i disabili fisici, che potrebbero avere difficoltà a fornire i dati biometrici richiesti.

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