Politica
Il detersivo lava sprechi
Consumi Risparmio ed ecologia: decolla la distribuzione "alla spina"
di Redazione
Le prime ad aprire il rubinetto sono state il Piemonte, il Lazio e la provincia di Reggio Emilia. Nelle prossime settimane sarà la volta dell’Umbria. Entro fine anno partirà la Puglia. Rubinetti da cui sgorgano detersivi, detergenti, vino e anche acqua frizzante. Non è l’ultima trovata degli ipermercati per invogliare i consumatori, ma il risultato degli accordi che alcune regioni hanno stretto con la grande distribuzione per incoraggiare la commercializzazione di prodotti alimentari o per l’igiene alla spina o comunque sfusi. Gli ultimi due dispenser sono stati inaugurati a Collegno, in provincia di Torino, e a Frosinone. Iniziative, queste dei distributori alla spina, partorite negli uffici degli assessorati regionali all’Ambiente.
Le intese, nate con l’intento di dare un taglio alla produzione di rifiuti, potrebbero segnare l’inizio di una nuova stagione non solo dell’ambientalismo quanto, soprattutto, del welfare locale. Grazie al riutilizzo dei flaconi per il detersivo (cioè fino a quando non si rompono), le famiglie italiane hanno l’opportunità di beneficiare di un abbattimento dei costi della spesa. Una riduzione che, a seconda dei prodotti e degli ipermercati, oscilla fra il 10 e il 30 per cento. Margini di risparmio nient’affatto irrilevanti. Specie in questo momento segnato dal rincaro dei prodotti e dalla ripresa dell’inflazione. I prodotti alla spina sono una soluzione al caro-vita utile per tutti i cittadini e non solo per gli anziani con basso reddito (come ipotizzato invece dal capo del dicastero dell’Economia).
L’utilità dei dispenser è di evidenza immediata: basta pensare ai benefici che possono trarre le famiglie numerose. Perché la spesa alla spina diventi una misura davvero “universale”, occorrerebbe ampliare il ventaglio dei prodotti e soprattutto la possibilità di effettuarla dalla Valle d’Aosta alla Sicilia.
Al momento, infatti, è un’opportunità solo per i consumatori del Piemonte, Lazio, Umbria e parte dell’Emilia. Non mancano tuttavia iniziative simili (circa 200 self discount) avviate autonomamente dalla grande distribuzione anche nelle regioni che non hanno stretto intese. E intanto alcune aziende private si stanno lanciando su questo mercato innovativo come la A.Q.system o Millebolle Point del saponifico Chizzoni.
Numeri ridotti, certo (22 punti vendita per detersivi in Piemonte, 11 nel Lazio, 8 in Umbria), che potrebbero crescere se lo Stato e le Regioni sostenessero i costi per l’installazione dei dispenser o introducessero delle agevolazioni fiscali. I risultati per le tasche dei cittadini non tarderebbero a farsi sentire. Sul piatto della bilancia, invece, ci sono già i benefici ambientali. In Piemonte, nei primi 18 mesi (dati aggiornati al 30 giugno) sono stati venduti 253mila litri di detersivo sfuso, riutilizzati 154mila flaconi (pari al 61% di quelli acquistati la prima volta) e prodotte in meno 9,2 tonnellate di polietilene e 5,1 di cartone.
Un circolo virtuoso di tutela dell’ambiente che non finisce qui. La mancata produzione del polietilene e dei cartoni si traduce, a sua volta, nel risparmio di 38,7 milioni di litri di acqua, 397 megawattora di energia elettrica e in un taglio delle emissioni di Co2 pari a 25,8 tonnellate.
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