Economia

Il debito? Lo rimetteremo da qui al 2363

La prima tranche è stata pagata dal Fondo monetario con la vendita di una parte delle risorse auree. Ma sulla parte della Banca mondiale è notte fonda

di Chiara Brusini

A luglio 2005, al termine di un blindatissimo vertice a Gleneagles, i ministri delle Finanze degli otto paesi più industrializzati hanno presentato al mondo un progetto ambizioso: la cancellazione totale del debito multilaterale dei paesi poveri altamente indebitati. Vantaggio non da poco, visto che le istituzioni finanziarie internazionali godono dello status di creditori privilegiati, ovvero gli interessi sui loro crediti vengono puntualmente pagati anche dagli Stati più poveri. Vita ne parlò a suo tempo, e oggi, a nove mesi dall?annuncio, ha deciso di guardare oltre la facciata per capire cosa, in effetti, sia stato fatto. Portata circoscritta La prima considerazione è che «la portata dell?iniziativa è molto circoscritta. Annulla 50 miliardi su 1.500…», come spiega Luca De Fraia di ActionAid International Italia. La seconda è che in tutta la faccenda i G8 non hanno un grande merito, perché ciò che hanno promesso non è il condono dei crediti vantati da loro bensì di quelli contratti dai pvs con Fmi, Banca mondiale e Fondo africano di sviluppo. Che, per di più, sono stati avvertiti a cose fatte. I vertici del Fondo, in particolare, non l?hanno presa bene. Simonetta Nardin, direttrice delle Relazioni esterne del Fmi, rivela a Vita che dietro la maschera dell?ufficialità il malcontento del direttore Rodrigo de Rato era «palpabile». Il motivo? «Oltre a chiedere al Fondo di provvedere di tasca propria, i G8 avevano anche stabilito i beneficiari». I primi a godere della cancellazione dovevano essere i 18 paesi che avevano raggiunto il cosiddetto ?punto di completamento? nell?ambito dell?iniziativa di Banca mondiale e Fmi per i paesi poveri altamente indebitati (Hipc). Il problema, spiega la Nardin, è che «secondo il Fmi quei paesi, già beneficiari di iniziative di cancellazione parziale, non sono i più bisognosi di un condono». Sulla querelle è intervenuto anche il Dipartimento legale, che ha evidenziato come privilegiare i 18 Hipc «avrebbe costituito violazione del principio di uniformità di trattamento dei membri del Fondo stesso». Rifiutando la lista proposta dai G8, l?Fmi ha quindi stabilito di condonare il 100% del debito a tutti i paesi con reddito inferiore a 380 dollari pro capite. Per la prima tranche di cancellazioni, approvata a dicembre 2005, sono stati utilizzati esclusivamente i proventi della vendita di una parte delle risorse auree di cui il Fondo dispone. La seconda tranche, che riguarderà i 10 paesi che devono ancora raggiungere il punto di completamento, dovrà invece essere finanziata con contributi bilaterali in parte già iscritti in un fondo speciale preesistente. Sul fronte Banca mondiale la situazione è altrettanto ingarbugliata: dopo la cancellazione del debito, i paesi membri dovranno rifondere l?Ida – International Development Association, braccio finanziario della Banca, dell?intero ammontare condonato. Biagio Bossone, direttore esecutivo della Banca per l?Italia, spiega che «il piano di contributo all?iniziativa, in base al quale nei prossimi 40 anni i membri dovranno ripianare 37 miliardi di dollari, deve ancora essere approvato dal board dei governatori dell?Ida». E tra i paesi donatori non G8 ci sono forti perplessità: «Anche in caso di via libera da parte dell?Ida, chi garantisce che di qui al 2046 il nuovo governo di uno dei paesi donatori non si rifiuterà di versare la propria quota? Se ciò avvenisse, ne andrebbe della capacità della banca di finanziare importanti interventi di sviluppo, di fare il proprio lavoro, insomma». Il caso Italia Per ora, comunque, i paesi stanno provvedendo a stanziare i fondi necessari. Non tutti, però, hanno fatto bene i calcoli. Con la Finanziaria 2006 il governo italiano ha autorizzato «la partecipazione dell?Italia all?iniziativa G con un contributo di 63 milioni di euro per il periodo 2006-2008, suddiviso in 30 milioni per il 2006, in 29 milioni per il 2007 e in 4 milioni per il 2008». La nostra quota-parte di debito, considerando che l?Italia detiene circa il 4% del patrimonio della banca, ammonta a 1,48 miliardi di euro. Se dal 2008 in poi si continueranno a stanziare 4 milioni di euro all?anno, finiremo di pagare i residui un miliardo 417 milioni nell?anno 2363? Per saperne di più: www.worldbank.org/debt www.imf.org/external/np/exr/facts/hipc.htm


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