Formazione
Il DDL concorrenza non minacci la gratuità della donazione di sangue
"L'Italia dimostra che è possibile raggiungere l’autosufficienza attraverso un sistema di raccolta totalmente gratuito", sottolinea il Presidente nazionale di Avis, Gianpietro Briola, secondo cui "il nostro sistema si conferma come un modello virtuoso". Ieri al Senato una conferenza stampa
di Redazione
La donazione gratuita e non rimborsata è garanzia di motivazione solidaristica e fidelizzazione nel lungo periodo di chi compie questo gesto. È quanto emerge da “Il valore della gratuità”, la conferenza promossa ieri da AVIS Nazionale proprio in occasione dell’esame in Senato del Disegno di Legge sulla concorrenza.
«Come abbiamo già sottolineato in diverse occasioni – commenta il Presidente nazionale, Gianpietro Briola – il modello italiano dimostra che è possibile raggiungere l’autosufficienza attraverso un sistema di raccolta totalmente gratuito. Lo abbiamo fatto con i globuli rossi e, negli ultimi dieci anni, alla luce dell’aumento delle quantità di plasma donato, è possibile centrare l’obiettivo anche in questo ambito. Il Ddl Concorrenza, probabilmente solo a causa di una svista terminologica, nel porsi il traguardo dell’autosufficienza, non distingue in modo esplicito tra i sistemi in cui la raccolta è compensata e quelli in cui invece è gratuita. In tal senso, accogliamo con estremo favore gli interventi della Senatrice Rizzotti che ha ospitato la conferenza stampa, e delle Senatrici Boldrini e Pirro che con convinzione ed impegno hanno saputo dialogare con il Governo affinché il disegno di legge concorrenza possa recare una normativa del sistema di raccolta del plasma fondata sui valori di una donazione solidale, gratuita, non rimborsata e non remunerata. Ringraziamo infine il Presidente della Commissione Industria Gianni Girotto, che intervenendo ha ribadito che la gratuità della donazione è intoccabile e inderogabile e che vi è la ferma volontà di continuare a lavorare in questo senso. È importante ora che il Senato dia seguito a queste dichiarazioni modificando il testo nella direzione auspicata”.
La ricerca
A sostegno di questa posizione, nel corso della conferenza sono stati presentati i risultati di uno studio condotto dalla Scuola IMT Alti Studi di Lucca in collaborazione con AVIS Nazionale e quattro Avis Regionali (Emilia Romagna, Lombardia, Puglia e Toscana).
La ricerca è la più vasta effettuata nel nostro Paese su questo tema e, per la prima volta, ha permesso di confrontare il comportamento dei donatori italiani, che non ricevono compensi per il loro gesto periodico, con quello degli ungheresi, nazione in cui invece la donazione di plasma prevede una forma di compensazione.
Sotto l’aspetto comportamentale, lo studio ha cercato di comprendere le diverse dinamiche che concorrono a definire l’identità del donatore e la tendenza a compiere regolarmente questo gesto. I dati raccolti dimostrano come nei Paesi che prevedono il riconoscimento di benefit si crei un vero e proprio interesse legato prevalentemente all’ottenimento di vantaggi materiali. Il mancato instaurarsi di una motivazione intrinseca nei donatori rimborsati comporta dunque una fragilità del sistema ed espone il modello trasfusionale a dinamiche economiche e di mercato, come dimostra anche il caso statunitense, dove le donazioni di plasma sono diminuite non appena l’amministrazione Biden, in risposta al Covid, ha introdotto sussidi sociali economicamente più convenienti rispetto ai rimborsi previsti per le donazioni di plasma.
La stessa situazione di emergenza ha invece generato nel nostro Paese una spinta alla donazione che ha permesso di contenere gli effetti della pandemia. Ancora una volta, quindi, il sistema italiano si conferma come un modello virtuoso nel consolidamento e nell’ampliamento delle motivazioni verso il dono, poiché genera un meccanismo volto all’autosufficienza che garantisce una “carriera di donatori” molto lunga.
«In questo scenario – ha sottolineato il Presidente Briola – per migliorare il sistema di raccolta italiano è necessario rimuovere i possibili ostacoli che potrebbero minare la volontà solidaristica dei donatori. A tutto ciò si aggiungono alcuni interventi strutturali che riteniamo essenziali e di primaria importanza come l’incremento del personale sanitario, l’ampliamento degli orari di apertura dei centri di raccolta, l’inserimento di queste strutture all’interno delle Case di Comunità e, in linea generale, la riorganizzazione della rete nazionale e regionale con standard di raccolta, lavorazione e validazione adeguati alle future necessità di plasmaderivati».
Oltre al presidente di AVIS Nazionale, Gianpietro Briola, all’incontro di ieri mattina, organizzato con la Senatrice Maria Rizzotti, hanno preso parte, il Presidente della Commissione Industria, Gianni Pietro Girotto e, in rappresentanza della Commissione Igiene e Sanità, la vice-presidente Paola Boldrini e la Senatrice Elisa Pirro. Tutti i Senatori, hanno ribadito l’importanza di preservare il valore gratuito della donazione e il loro impegno sul disegno di legge Concorrenza. È stata un’occasione per capire come le persone che donano gratuitamente siano in grado di restare all’interno delle associazioni di volontariato per oltre 15 anni.
Un attaccamento e un sentimento di fidelizzazione che, come ha spiegato il professor Emiliano Ricciardi della Scuola IMT «non si riscontrano nei donatori che percepiscono rimborsi e che rimangono all’interno di questo sistema per meno di tre anni»., Pr
Foto in apertura, Gianpietro Briola
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