I furbi come al solito prima o poi pagano con gli interessi quello che pensavano di aver furbescamente risparmiato. E’ successo prima del previsto con il ricalcolo dei contributi che ogni paese membro deve versare alla Comunità Europea per finanziarne l’operatività. I contributi sono infatti proporzionali al PIL. Maggiore il PIL, maggiori i contributi da versare.
Era settembre e Inghilterra, Italia e Olanda festeggiavano per esser riusciti a gonfiare il proprio PIL di qualche punto percentuale. Il governo italiano gongolava perché così il debito pubblico rispetto al PIL risultava meno pauroso e si allontanava contabilmente dal livello 140% che segna il confine tra Trojka no e Trojka si.
Peccato che si tratti di una invenzione contabile, l’omaggio ad una ideologia economica che oramai non ha più spazio nemmeno nel paese (gli USA) da cui è originata una cinquantina di anni fa. Come abbiamo argomentato su Vita, si tratta anche di un errore metodologico, perché, a differenza dell’economia sommersa, l’economia criminale non può emergere. Anzi nel momento in cui dovesse mai emergere, lo Stato la deve azzerare. Pertanto, non genera adesso e non potrà mai generare in futuro alcuna entrata fiscale.
Perché ci interessa la valenza fiscale del PIL? Perché siamo in Europa e il PIL è un parametro che serve a parecchi scopi, tra cui il calcolo dei contributi da versare alla Comunità per il suo funzionamento. Quindi, se il PIL è sano, non c’è problema. Se il PIL è gonfiato, il leader politico si potrà anche pavoneggiare nelle riunioni ufficiali e giocare a chi ce l’ha più grande, ma poi quando arrivare il momento di saldare il conto … non può mettersi a piangere.
Questo è invece quello che è successo a Bruxelles. Cameron che piangeva perché dovrà sborsare 2 miliardi di euro in più, Renzi che lanciava la fatwa contro gli euro-burocrati ….L’unico che se la rideva era Hollande. La Francia infatti si è rifiutata di gonfiare il proprio PIL con l’economia criminale e adesso deve ricevere 1 mld di euro da UK, Italia, Olanda.
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