Formazione
Il corso di aggiornanamento lo faccio nella web-community
Chi dipinge gli insegnanti come demotivati, dovrebbe farsi un giro sul gruppo insegnanti 2.0, dove 8mila iscritti si scambiano consigli sulla didattica innovativa. Le community di insegnanti online sono uno degli elementi più vitali del "ribollire" della scuola italiana.
Nell’ottobre 2012, quando Giuseppe Corsaro aprì su Facebook il gruppo “Insegnanti 2.0”, la sua idea era quella di vedere se fosse l’unico a giudicare utili per la didattica alcuni strumenti, app e metodologie. Oggi il gruppo conta oltre 8mila iscritti ed è un ricco patrimonio di informazioni a disposizione di chiunque voglia approfittarne, realizzato a più mani gratuitamente e volontariamente da insegnanti di tutta Italia. Corsaro ha 51 anni e insegna italiano, storia e geografia nella scuola media di Mascalucia, una cittadina nei pressi di Catania.
La "scuola che ribolle”, che innova dal basso, che cambia, che si reinventa… è una cosa ordinaria o siete poche sparute eccezioni?
È ordinaria ma molto a macchia di leopardo. Certo non siamo sparute eccezioni. I “casi” si moltiplicano ed aumentano, soprattutto dove c’è un incoraggiamento che può venire dal dirigente o dagli enti locali. Così capita che uno o due docenti in un istituto riescono ad avviare pratiche innovative, e che al contrario gruppi più consistenti vengono “bloccati” da dirigenti “avversari” dell’innovazione nella didattica.
Molte esperienze innovative e anche di partecipazione attiva dei genitori nascono attorno all’introduzione nelle scuole delle nuove tecnologie: è più facile che i genitori si attivino per contribuire all’acquisto di una LIM piuttosto che per altre proposte? Perché?
Da quel che raccolgo dalla Rete posso dire che non c’è una predilezione in sé per gli strumenti tecnologici: se i genitori si attivano più facilmente per l’acquisto di una LIM o per il reperimento di computer dismessi da recuperare (ma succede solo in alcune aree del nostro Paese) probabilmente dipende dal fatto che ne intuiscono l’utilità e riconoscono l’impossibilità per la scuola a provvedere con proprie risorse. Comunque casi del genere si verificano solo dove i docenti sensibilizzano i genitori in tal senso.
Una novità importante sono i gruppi online di scambio e confronto fra docenti, come “Insegnanti 2.0”. Come è nato, quanti siete, quanto è utile questo strumento?
Ho fondato “Insegnanti 2.0” nell’ottobre 2012, invitando qualche collega a farne parte per provare ad allargare lo sguardo oltre il perimetro della mia realtà locale. Ero a conoscenza dell’avvio di “sperimentazioni” istituzionali (Generazione web in Lombardia o Classi 2.0 in altre regioni) ma non trovavo riscontro diretto da parte degli insegnanti. Volevo vedere se a giudicare utili e utilizzabili alcuni strumenti, alcune app e alcune metodologie didattiche fossimo solo pochi “visionari”. Insegnanti 2.0 ha iniziato immediatamente ad attrarre insegnanti da tutte le parti d’Italia e i membri di questo gruppo sono ormai 7.500 [dall'intervista ad oggi sono già diventati 8mila, ndr]. Ad amministrarlo adesso siamo in tre: Elisabetta Nanni (Trento), Chiara Spalatro (Vieste) ed io. Non ci conosciamo ancora di persona. Nel gruppo non siamo solo insegnanti. Ci sono tanti dirigenti, genitori ma anche studenti universitari e ricercatori.
Di cosa si parla nel gruppo?
I post nel gruppo sono di varia natura ma hanno come focus la didattica con le nuove tecnologie. Ci sono le semplici segnalazioni di tool o di app didattiche (a volte in inglese in quanto reperibili solo fuori Italia), ci sono i link a lavori realizzati da docenti e/o da studenti per mezzo di tali strumenti. Poi c’è chi racconta in maniera completa la propria esperienza nell’utilizzo di un particolare strumento o di una particolare pratica didattica. C’è anche chi realizza dei tutorial per insegnare ad usare le nuove tecnologie ai colleghi meno “praticoni”. Tutto questo ricco patrimonio di informazioni è a disposizione di chiunque voglia approfittarne, realizzato a più mani gratuitamente e volontariamente da insegnanti di tutta Italia: basta solo avere un account facebook.
Gli insegnanti hanno voglia di mettersi in gioco?
Tendenzialmente sì, ma c’è molta demotivazione fra gli insegnanti. Tra i docenti oggi è schiacciante la sensazione di perdita del ruolo. Molti (secondo me sbagliando) ne attribuiscono la colpa alle nuove tecnologie. Chi non riesce a percepire la necessità di una profonda e ineluttabile revisione totale del ruolo dell’insegnante non può neanche accorgersi di quanto internet e le nuove tecnologie possano essere alleati potentissimi nel processo di apprendimento.
Esistono community aperte fra insegnanti e genitori o i due mondi sono ancora chiusi uno rispetto all’altro?
Il nostro gruppo (ma anche altri gruppi di insegnanti) è aperto e frequentato da genitori. Su Insegnanti 2.0 sono presenti membri che appartengono ad altri gruppi di genitori con interessi specifici come la dislessia o altri DSA. Molti membri insegnanti reputano importanti e proficui gli interventi e i commenti dei genitori.
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