Non profit
Il cordoglio che non c’è
Perché pochi presidenti esprimono il dolore per conto delle loro nazioni?
Mentre il mondo civile si mobilita, mentre le ong si chiedono cosa fare per portare sollievo alla popolazione haitiana colpita dal sisma (e offrono informazioni sui loro portali, accompagnandole da raccolte fondi e dall’espressione della loro solidarietà), mentre i media di tutto il mondo riferiscono delle iniziative umanitarie decise dai governi (anche dal nostro), i siti degli esecutivi delle diverse nazioni tacciono o riportano alcune informazioni sulle donazioni. Tralasciando però un aspetto, umano umanissimo, ma non secondario: l’espressione del cordoglio.
I portali ufficiali
Eccezion fatta per il sito della Casa bianca (www.whitehouse.gov), per quello del nostro presidente della Repubblica (www.quirinale.it) e per quello del Canada (http://canada.gc.ca), nei quali i rispettivi presidenti esprimono, in video o tramite comunicati, il loro cordoglio anche personale nei confronti del drammatico terremoto che ha causato la morte di 100mila persone e forse più, i portali ufficiali dei governi, compreso il nostro, tacciono. Non vi è traccia di dolore su www.governo.it, la cui home page ha in primo piano il Consiglio dei ministri n.78 (sul piano carceri). Stesso discorso per quello inglese (e per il sito del suo Parlamento: www.parliament.uk/). Lacune analoghe sul portale dei cugini francesi mentre una notizia circa la sciagura haitiana appare in quello tedesco. Persino la democratica spagna non registra, nel sito del suo esecutivo, una traccia di solidarietà: www.la-moncloa.es contiene un secco comunicato (datato 13 gennaio) nel quale si dà conto della tragedia e si riferiscono alcune prime ipotesi di intervento. Qualcosa di analogo fa la Cina: sul sito in inglese http://english.gov.cn/ troviamo la notizia del milione di dollari donati dalla repubblica popolare ad Haiti. Viceversa il brasiliano Lula non ha dato disposizioni in tal senso ai suoi uffici: né www.presidencia.gov.br/ né www.brasil.gov.br si riferiscono ad Haiti. Il portale argentino invece (www.argentina.gov.ar) ne parla, ma ancora una volta tralasciando l’espressione del dolore.
Contano le opere, certo…
Avrà sicuramente ragione chi sottolinea che quel che conta sono le opere, le iniziative che anche in queste ore stanno avviandosi. Ma di fronte alla morte di centomila fratelli, non sarebbe stato il caso che tutti i capi di governo, tutti, nessuno escluso, esprimessero in prima persona, senza delegare ai ministri degli esteri e a nome delle rispettive società civili, delle ong nazionali, delle comunità anche di ogni tipo, la partecipazione umana, la condivisione di un destino, il cordoglio?
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