Giustizia/1. Stefano Cucchi è stato ucciso da un pestaggio e dalle conseguenti mancate cure, prima in carcere poi in ospedale. È questa la verità che emerge dalla Procura, che ha indagato sei persone fra agenti penitenziari e detenuti. La sorella di Stefano, Ilaria, insiste con fermezza a chiedere allo Stato ragione di questa morte. E lo Stato ha un debito, non solo con lei e con i suoi genitori ma con tutti cittadini che credono nello Stato di diritto. È stato anche più evidente sabato 7 quando la stessa Ilaria ha avuto il coraggio di affrontare in strada i manifestanti dei Centri sociali, chiedendo loro di non lasciarsi andare ad altri reati. Una donna come Ilaria Cucchi ha diritto alla verità, come suo fratello aveva diritto ad un processo giusto, anche ad un’espiazione dell’eventuale colpa, non ad un massacro da Far West.
Giustizia/2. Dopo diciannove anni si celebrerà un processo per il delitto di via Poma. Alla sbarra ci sarà l’ex fidanzato della vittima, Raniero Busco. Busco è accusato oggi dell’omicidio di Simonetta Cesaroni. Quando i pm della Procura di Roma hanno riaperto il caso nel 2004, un vero cold case all’italiana, sono rimasti stupiti che non esistesse un verbale d’interrogatorio che riportasse un suo alibi. Comunque a lui sono arrivati grazie alle indagini scientifiche e soprattutto al Dna ritrovato sulla scena e agli oggetti del crimine rinvenuti molti anni dopo, chiusi in un armadio. Trovato il Dna, hanno approfondito altri aspetti ed hanno ottenuto di fare il processo, che si terrà a febbraio. La famiglia Cesaroni è soddisfatta perché comunque si dovrà arrivare ad una verità, anche se processuale. E forse fatalmente parziale.
Giustizia/3. Una richiesta d’arresto è giunta alla Camera dei Deputati. Riguarda il sottosegretario all’Economia ed esponente del Pdl campano, Nicola Cosentino. Cosentino doveva essere candidato alla poltrona di governatore della Campania. È accusato di essere colluso con il clan dei Casalesi, lui che è nato a Casal di Principe, provincia di Caserta. L’iniziativa giudiziaria arriva in un clima già determinato dalla riaccensione dei processi contro Silvio Berlusconi. I giornali del centrodestra parlano di «ribaltone dei giudici», mentre quelli avversari di «camorra nel governo». Ce ne sarebbe abbastanza per una riflessione complessiva sui poteri dello Stato e i rapporti fra magistratura inquirente ed eletti dal popolo, ma questi ragionamenti sono sempre viziati da una situazione che ha carattere d’emergenza. Essere terzi, in questa fase, non paga.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.