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Il Consiglio dei ministri dà il via libera ai decreti della Riforma del Terzo settore
L'ok del Governo è arrivato stamattina ai decreti su Impresa sociale, sul nuovo 5 per mille e sul Codice del Terzo settore. Dopo tre anni di discussioni e confronti fuori e dentro il Parlamento la Riforma giunge a compimento in extremis
di Redazione
Il Consiglio dei Ministri ha oggi approvato in via preliminare e consegnato ai pareri delle Commissioni parlamentari competenti e della Conferenza Stato-Regioni i tre decreti legislativi che permetteranno di completare l’attuazione della Riforma del Terzo settore (legge delega 106/16), il cui percorso è iniziato 3 anni fa e che è stata licenziata dal Parlamento un anno fa. I decreti dopo i pareri torneranno entro 45 giorni al Consiglio dei ministri per l’ok definitivo.
La legge delega, approvata dal Governo il 6 giugno 2016, dava tempo 12 mesi al governo per adottare i decreti legislativi che attuano nel concreto gli intendimenti messi nero su bianco dal Parlamento: finora ad aver completato interamente il suo iter era stato solamente il decreto recante l'istituzione e la disciplina del servizio civile universale. Il 10 marzo scorso il Consiglio dei Ministri aveva poi approvato lo schema di decreto relativo allo statuto della Fondazione Italia Sociale, che attende ora il vaglio definitivo dopo che, nel mese successivo, il testo è stato esaminato e approvato con osservazioni dalle competenti commissioni di Camera e Senato.
I tre decreti approvati oggi riguardano il Codice del Terzo settore, l’impresa sociale e il nuovo 5 per mille. Il testo più delicato è senza dubbio quello che porta alla nascita del Codice del Terzo Settore che contempla ben 103 articoli, cioè un insieme di disposizioni giuridiche e fiscali destinato a regolamentare la vita degli enti di terzo settore.
“Con questo passaggio in cdm si è compiuto un passo decisivo nell’attuazione della legge delega della riforma del Terzo Settore”. È quanto afferma Luigi Bobba, sottosegretario di Stato al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che ha seguito passo dopo passo la delega. “Le molte novità contenute nei tre distinti decreti saranno ora sottoposte all’esame delle Commissioni parlamentari competenti. Sono sicuro che anche attraverso il contributo delle Camere potremo portare a compimento un cambiamento importante, lanciato quasi tre anni fa dall’ex Premier Matteo Renzi. Le scelte innovative contenute nel Codice del Terzo Settore, nella disciplina dell’impresa sociale e del cinque per mille sono volte a sostenere e qualificare l’impegno civico e volontario dei cittadini quale risorsa decisiva per la coesione sociale del Paese, per la tutela dei soggetti deboli, per il rafforzamento e lo sviluppo di forti legami comunitari e per la crescita di un’economia solidale. L’impegno delle risorse di cui la legge dispone – 190 milioni di Euro – andrà a finanziare le norme fiscali di maggior vantaggio per gli Enti di Terzo Settore (ETS), lo sviluppo dei progetti delle associazioni, il sostegno alla nascita di nuove imprese sociali, l’istituzione del Registro Unico del Terzo Settore, il rafforzamento dei Centri di Servizio per il Volontariato e l’incremento dei posti disponibili per i ragazzi che vogliono fare il Servizio Civile. Una riforma importante che è frutto dell’impulso del Governo, del lavoro parlamentare, ma anche delle proposte di tanti soggetti del Terzo Settore e in particolare del Forum, con cui il Ministro Poletti ha recentemente sottoscritto un protocollo d’intesa e con il quale intendiamo continuare a collaborare”.
Nonostante gli anni di discussione fuori e dentro il Parlamento alcune organizzazioni avevano chiesto una proroga per un ulteriore riflessione sui testi, ma per fortuna il percorso, in extremis, pare terminato. Un passo importante visto che la Riforma prevede anche regole di trasparenza e un registro unico del Terzo settore.
Intanto si registra la soddisfazione del coordinamento dei Centri di servizio del volontariato (Csvnet) che in comunicato sottolineano come: “a 20 anni dal DM del 1997 che consentì ai Centri di Servizio per il volontariato di iniziare ad operare, il decreto legislativo sul Codice del Terzo settore, in una specifica parte, rivede profondamente e in dettaglio quella normativa, vecchia nella logica e inadeguata nel contenuto. Attese da tempo, le nuove disposizioni rivedono significativamente l’attuale configurazione dei CSV, ma permettono altresì di legittimare e valorizzare l’esperienza da essi maturata. Viene così riconosciuta l’importanza del lavoro fin qui svolto in tutte le regioni d’Italia, ponendo le condizioni per una seconda stagione dell’intervento, all’insegna della responsabilizzazione di tutto il Terzo settore nella promozione del volontariato. Nel solco di quanto già indicato dalla legge 106/16, riconosciamo nel dispositivo la volontà di determinare una svolta precisa, confermando il radicamento dei CSV nel quadro di condizioni operative finalmente omogenee in tutto il territorio nazionale”.
Negativo invece il giudizio che la ConVol esprime con questa nota: « Non è affatto una bella notizia per il volontariato organizzato che ConVol tutela e rappresenta e che costituisce in Italia una rete essenziale per la tenuta dello Stato sociale. Infatti la ConVol non è mai stata convocata per la stesura dei decreti in oggetto per i quali non sono neppure state considerate le modifiche ripetutamente richieste. Anzi! Quello approvato è un nuovo testo ricavato dal Governo negli ultimi due giorni assemblando testi diversi. Per l'ennesima volta ConVol, consapevole della sua responsabilità per il futuro del volontariato organizzato, chiede di essere audita, dalle Commissioni Parlamentari competenti e dal Coordinamento Politiche sociali della Conferenza delle Regioni che dovranno fornire il parere definitivo».
QUI IL VIDEO DELLA CONFERENZA STAMPA DEL MINISTRO DEL LAVORO GIULIANO POLETTI
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