Famiglia

Il coniglio goloso

A tavola con Alce Nero

di Gino Girolomoni

Una volta i conigli erano liberi e le tane che preferivano erano quelle fatte apposta per loro sotto i pagliai, nella cui piattaforma con travi e tavole si costruiva un piano rialzato.
Il problema era catturarli, e c?erano solo due metodi: la doppietta, che però lasciava sovente nella carne qualche pallino di piombo, o prenderli con una cesta tenuta in piedi da un bastone a cui si legava una corda. Dentro si metteva un mazzo di trifoglio o di erba medica, di cui i conigli erano ghiotti. Quando il quadrupede entrava sotto la cesta per compiere il suo peccato di gola si tirava la corda e veniva preso.
Quella che segue è da sempre la ricetta base per gli ospiti del casolare: coniglio arrosto con patate a spicchi fritte. Nella teglia si preparano gli aromi e gli ingredienti: rosmarino, salvia, aglio, olio extra vergine di oliva, trito di pancetta. Quando il coniglio è cotto si possono friggere le patate nello stesso intingolo oppure, se si vuole guadagnare tempo, nello strutto di maiale. Credo non ci sia bisogno di spiegare che quando i maiali sono liberi e mangiano bene lo strutto è eccellente e saporito: oggi gli allevamenti dell?agricoltura biologica salvano anche queste antiche prerogative.
Come primo suggerirei tagliatelle di farro, integrali o di farina tipo zero, scegliete il gusto preferito. Anche per il dolce e il vino rimarrei nella tradizione: crostata al mirtillo o albicocca e Sangiovese e Bianchello del Metauro, delle vigne intorno alla mia terra.

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