Non profit
Il Coni cambia pelle, e anche cuore
Soldini (Cgil) spiega come lo sport dovrebbe cambiare. E a Pescante dice...
di Redazione
Vi scrivo a proposito dell?intervista a Pescante da voi pubblicata a proposito dell?apertura del Coni e una sua annunciata riforma. Mi sembra che al di là delle buone intenzioni, seppur tardive, il sistema di governo dello sport italiano anche con il suo tratto originale rispetto ad altri modelli in Europa e nel mondo non è comunque più in grado di esercitare un governo adeguato ed equilibrato.
Senza una riforma strutturale del sistema gli stessi sani principi di Autonomia e di Unitarietà vengono messi a dura prova dalla pressione sempre più massiccia degli interessi e dei poteri economici forti se pensiamo alla rivoluzione in corso nelle grandi società di calcio trasformate in S.p.a. e alla torta sempre più ampia dei diritti televisivi e delle sponsorizzazioni da un lato e dalla diversificazione e divaricazione della pratica sportiva amatoriale dal circuito ristretto dello sport agonistico e di alto livello dall?altro. Il Coni, che ha via via acquisito il ruolo di Autorità unica di tutto il mondo dello sport, è però espressione del ristretto circuito delle federazioni sportive (1.700 tesserati) peraltro anch?esse sempre più divaricate fra sport forti e sport deboli.
Né sarebbe sufficiente un?operazione di allargamento della rappresentanza democratica ai soli Enti di promozione sportiva che pur rappresentando un importante patrimonio associativo dilettantistico sarebbero pur sempre minoritari (tre milioni di tesserati) rispetto ad un?attività che riguarda.
Inoltre gli Enti di promozione sportiva hanno anch?essi la necessità di rinnovarsi e superare il difetto di origine di essere fondamentalmente filiazioni del Sistema di partiti della prima repubblica. Occorre prospettare una riforma che coinvolga soggetti e protagonisti nuovi: dagli atleti alle autonomie locali, Regioni e Comuni, dal mondo del lavoro alla scuola. Questo schema di ragionamento oggi ha fatto dei notevoli passi in avanti visto che il Coni sta elaborando un progetto da portare in discussione al prossimo congresso olimpico annunciato per ottobre prossimo in cui si parla di un Sistema di governo dello sport di tipo bicamerale: da una parte lo sport agonistico, dall?altra lo sport per tutti. Noi seguiremo con molta attenzione questa discussione senza mollare la presa, anche perché il Coni ci ha abituati in questi anni ad una politica gattopardesca.
Pescante dice di voler cambiare pelle al Coni e questo è senz?altro un passo avanti nelle intenzioni del Presidente che fino a ieri pensava di cambiare soltanto il vestito. Ma non è ancora sufficiente perché il Coni deve cambiare, oltre alla pelle, cuore, testa e muscoli. Le affermazioni di Pescante, oltre a non essere sufficienti a mio avviso, hanno una scarsa credibilità perché la declamazione della riforma è contraddetta da un lavoro interno che tende a conservare il più possibile.
È l?esempio del piano di riassetto dei servizi del Coni deliberato dal Consiglio Nazionale che anziché andare verso il decentramento dì funzioni, uomini e mezzi nel territorio in coerenza con i decreti Basanti, fa un?operazione di rigonfiamento burocratico al centro portando le aree direzionali da 5 a 10. Inoltre circolano insistenti voci di nuove assunzioni eccellenti al Coni con il vecchio vizio di cognomi e parentele illustri
Un altro motivo di preoccupazione sta nel fatto che nella concezione del Coni il comitato dello sport per tutte le Regioni e gli Enti locali dovrebbero avere un ruolo di supporto in un comitato presieduto dal presidente del Coni. Io penso invece al contrario, che il ruolo primario di responsabilità debba essere assunto dalle regioni e il Coni debba svolgere la funzione di supporto e di servizio. Per quanto riguarda lo sport scolastico, anche qui siamo in presenza di due filosofie completamente diverse: il Coni intende lo sport scolastico come se fosse la quarantesima federazione nazionale e quindi un grande vivaio per selezionare campioni nelle varie discipline; io immagino invece lo sport scolastico come la branca più importante dello sport per tutti come pratica educativa attività motoria inserita organicarnente nei percorsi formativi della scuola. Pensate che nella proposta di composizione del Coni per lo sport per tutti nel Disegno di legge della settima Commissione della Camera, la scuola non è contemplata e questo e? un grave limite da correggere.
L?ultimo esempio riguarda la durata dei mandati per le cariche elettive: i presidenti provinciali e regionali dei Coni durano in carica una vita con sistemi elettivi di tipo medievale. Nel caso del Coni di Roma, il cavalier Giunta era stato rieletto per l?ennesima volta, per acclamazione, 15 giorni prima di essere arrestato. Insomma una riforma deve riguardare anche un ricambio del gruppo dirigente.
Piero Soldini
resp.le nazionale Cgil Sport e Politiche sociali
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