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Il Coni alla bancarotta punisce le associazioni

La crisi delle scommesse ha creato un buco di oltre 150 miliardi. Che il Comitato cerca di arginare dimezzando i contributi agli enti di base. Una vergogna, dicono loro

di Pasquale Coccia

Il Comitato olimpico ha deciso di scaricare sullo sport sociale e sulle federazioni che promuovono gli sport minori la perdita di centocinquanta miliardi dovuta alla riduzione delle giocate del Totocalcio. Il neo presidente Petrucci non risparmia neanche la Federazione sport disabili, tagliando i fondi per la partecipazione alle paraolimpiadi di Sydney che si svolgeranno l?anno prossimo, nonostante la Fisd abbia fatto registrare il maggior numero di medaglie conquistate tra le federazioni del Coni. «Questa decisione determinerà la paralisi totale dell?attività sportiva, e in molte discipline maschili dovremo dare forfait alle qualificazioni», afferma il presidente della Federazione sport disabili, Antonio Vernole.
Tagli indiscriminati saranno effettuati anche agli enti di promozione sportiva, che nel nostro Paese garantiscono l?attività a tre milioni e mezzo di cittadini. Al Centro sportivo italiano (Csi) saranno decurtati due miliardi e mezzo dei sei che riceve annualmente. Anche l?Uisp, altro ente di promozione impegnato nello sport per tutti, subirà una riduzione dei finanziamenti pari al trenta per cento, al quale si aggiunge il dieci per cento effettuato dal Coni già l?anno scorso a tutti gli enti di promozione sportiva.
All?associazione italiana cultura e sport (Aics), il finanziamento subirà una riduzione di 900 milioni, mentre all?Unione sportiva Acli saranno decurtati 500 milioni. «Il 70% delle nostre attività riguarda le aree difficili e le periferie delle grandi città, ma in seguito alla decisione del Coni siamo costretti a ridimensionare le nostre iniziative», afferma Donato Mosella presidente del Csi. «Il Coni riserva 30 miliardi di contributi annui all?associazionismo sportivo, la stessa cifra che stanzia per le proprie pulizie. È una vergogna! Lo sport sociale non può vivere di lotterie, ma deve entrare nel bilancio dello Stato. Perché a pagare il conto delle scelte dissennate del passato devono essere le realtà sportive di base?».

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