Sostenibilità

Il condono non passa mai di moda

di Redazione

Sanatoria catastale, stop agli abbattimenti in Campania, abusi sanati nelle aree vincolate. In Parlamento torna la tentazione di far cassa con gli scempidi Gaetano Benedetto
Il terzo condono Berlusconi aveva escluso la sanatoria nei parchi e nelle aree vincolate. Si era così limitato, grazie all’impegno dell’allora ministro all’Ambiente, Altero Matteoli, lo scempio nelle aree più di pregio del nostro Paese. Ecco che ora, con un emendamento alla manovra economica, si vorrebbero riaprire i termini del condono per gli abusi compiuti in queste aree. Questa follia si aggiunge ad altre scelleratezze quali, ad esempio, l’ipotesi di accatastamento delle cosiddette “case fantasma”. Si tratta di una “sanatoria catastale”, cioè di un’esplicitazione al catasto di quegli immobili non registrati che potranno essere in futuro sottoposti al regime fiscale. La “sanatoria catastale” è un nuovo condono edilizio? Certamente no, infatti le norme proposte non prevedono in nessuna parte né la sanatoria dell’edificio che viene accatastato, né tanto meno la sanatoria penale della posizione dell’abusivo (l’abusivismo edilizio in Italia costituisce reato). La cosa è certamente paradossale poiché la denuncia al catasto della “casa fantasma” equivale a tutti gli effetti come autodenuncia di abusivismo edilizio. Come se ne esce? In due modi: o ritirando l’ipotesi di “sanatoria catastale”, o facendo in modo che questa esplicitamente porti al condono dell’immobile accatastato. Il governo dunque formalmente non ha proposto il condono, ma sa bene che la norma così com’è sarà ingestibile.
Meno nota la vicenda dell’iter del decreto legge che aveva prorogato sino al 30 giugno 2011 l’abbattimento degli immobili abusivi in Campania già oggetto di ordinanze esecutive. Chi ha seguito le vicende della campagna elettorale per le regionali, sa bene le promesse fatte in Campania per accattivarsi il consenso delle migliaia di abusivi sottoposti a questi provvedimenti e delle loro famiglie. La promessa è stata mantenuta il 28 aprile quando il governo decide di sospendere in Campania gli abbattimenti esecutivi con un decreto legge. «L’esecutivo è stato costretto ad intervenire per sanare quella che la Corte Costituzionale ha definito “disparità di trattamento dei campani rispetto al resto dei cittadini italiani”», ha dichiarato il ministro Mara Carfagna. In effetti è vero che il terzo condono italiano, quello del 2003 emanato dal governo Berlusconi, in Campania era stato limitato nell’applicazione da una legge regionale voluta dalla Giunta Bassolino. L’iter del decreto legge, già approvato al Senato, si è però interrotto alla Camera che non ne ha riconosciuto la costituzionalità. Ora i problemi della “sanatoria catastale” e quelli degli abbattimenti in Campania possono trovare una soluzione congiunta all’interno della Manovra: sotto forma di emendamento il contenuto del decreto legge sulla Campania è stato in questa trasfuso, visto che i termini del precedente condono si vorrebbero applicabili alle aree vincolate che erano state escluse. Anche in tempo di grave crisi economica è follia pensare di poter far cassa sullo scempio del territorio.

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