Politica
Il comune spreca acqua? Arriva la multa
La ricetta del direttore generale dell'Ambiente, Corrado Clini
L’acqua non e’ piu’ un bene «infinito», ma un bene «prezioso». E come tutte le merci rare «deve costare» per i consumatori e non deve essere sprecata dai gestori, pena sanzioni per chi la disperde. E’ necessario soprattutto «un cambio di mentalita’» per affrontare l’emergenza siccita’. Lo ha spiegato il direttore generale del ministero dell’Ambiente, Corrado Clini, in un’intervista a ‘Il Giornale’. ”Siamo in una ordinaria situazione di rischio idrico – ha spiegato Clini – ma non e’ un’emergenza improvvisa. C’erano dei segnali premonitori: scarse precipitazioni invernali, poca neve. Colpisce che di fronte a un dato preventivato ci si trovi a ragionare in termini di emergenza. Il problema e’ che c’e’ una gestione e un consumo di acqua come se fosse una risorsa infinita”. Il primo problema da risolvere, ha continuato Clini, e’ quello degli “investimenti e della manutenzione della rete idrica. La perdita media della rete e’ tra il 50 e il 60% di acqua al sud, 40-50% al centro, mentre al nord e’ tra il 25 e il 30%. Per fare un esempio la media di dispersione di acqua della rete in Germania e Regno Unito e’ del 15%”. Negli ultimi dieci anni, ha proseguito Clini, gli investimenti sono stati tagliati del 30%. C’e’ poi il problema delle tariffe. Il rapporto tra tariffe e investimenti non e’ cosi’ chiaro. Sono tra le piu’ basse rispetto agli altri Paesi europei. Ma bisogna aumentare anche il riutilizzo delle acque industriali sia nei cicli industriali che nell’agricoltura. Si puo’ pensare anche a un cambio delle tecniche di irrigazione: non piu’ a pioggia, ma a goccia, per esempio, almeno in molti casi”.
Le reti, ha spiegato il direttore generale dell’Ambiente, “sono vecchie, fatte male in alcuni casi, i sistemi idrici, soprattutto nel sud, spesso sono in condizioni di abbandono e di pessima gestione secondo il comitato per la vigilanza sull’uso delle risorse idriche. C’e’ bisogno di un cambio di mentalita’ in chi consuma e in chi amministra, in base agli scenari climatici che suggeriscono un deciso aumento della siccita’. E’ una situazione annunciata gia’ da alcuni dati del ’94”. Tra i “cambiamenti di mentalita’” c’e’ la necessita’ di alzare il prezzo dell’acqua e responsabilizzare come «responsabilita’ pubblica» la perdita di acqua. Finora ci sono sanzioni, ma legate all’inquinamento, non legate alla responsabilita’ della perdita. Perche’ fino ad adesso c’e’ stata l’idea che l’acqua forse una risorsa infinita”. ”Se invece -osserva Clini- la si considera come un bene raro, allora possiamo introdurre la responsabilita’ della perdita. Le strade sono due: una tariffa che responsabilizzi e sanzioni che riguardano lo spreco. A volte le multe sono state applicate da aziende locali, ma si trattava di fatti marginali. Le Regioni e le aziende consortili avranno un ruolo fondamentale”.
Per quanto riguarda il breve termine, ha spiegato Clini, l’obbiettivo e’ la riduzione dei consumi. ”Abbiamo infatti un problema doppio, soprattutto d’estate: riduzione della risorsa idrica e aumento dei consumi per l’utilizzo degli impianti di refrigerazione contro il caldo. Si puo’ tentare di intervenire sulla domanda, cioe’ ridurre i consumi, ma questo richiede un grande impegno, oltre che disponibilita’ e flessibilita’ nell’organizzazione generale”. ”Una decisione del genere – ha spiegato il direttore generale del ministero dell’Ambiente – sarebbe presa in ogni caso a livello centrale. Ma siamo penalizzati da un sistema di servizi rigido. La rigidita’ dei nostri servizi non e’ coerente con la riduzione dei consumi. In Giappone, per esempio, hanno cercato di tagliare i consumi introducendo delle regole che consentono di andare al lavoro d’estate molto presto o molto tardi, e di vestirsi in modo casual in ufficio”.
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