Non profit

Il Comune sfratta i disabili

Tagliate le rette delle comunità. In 63 rimangono senza alloggio

di Antonio Sgobba

A Palermo il Comune non sostiene più le comunità alloggio per i disabili psichici. Adesso in 63 si trovano senza casa. Qualcuno è già stato costretto a chiudere, come la cooperativa “Insieme” che ieri ha simbolicamente consegnato i suoi ospiti al sindaco. Così stanotte i sette disabili, gli operatori sociali e tre esponenti politici dell’opposizione hanno dormito in un’aula consiliare all’interno di Palazzo delle Aquile. 

La protesta era partita ieri, con un sit-in sotto la sede del municipio. «Se non saranno ripristinati i finanziamenti, da qui a dicembre, tutte le comunità dovranno chiudere», ha detto Fabrizio Ferrandelli, capogruppo di Italia dei valori in consiglio comunale. Per salvaguardare l’attività delle comunità alloggio occorrono circa 800 mila euro, una cifra che l’assessore alle Attività sociali, Giuseppe Scalzo, ha fatto sapere non è al momento disponibile.

Il comune ha smesso di pagare le rette nel mese di settembre. Nella stessa situazione si trovano le case di riposo che ospitano oltre duecento anziani indigenti. Il Comune non pagherà più la retta neanche per loro. La lettera è arrivata agli anziani, nel mese di settembre, senza nemmeno un giorno di preavviso. L’amministrazione di Palermo non è più in grado di sostenere le spese  che garantivano il servizio.

Nell’ultimo periodo le case di riposo e le comunità alloggio hanno lo stesso cercato di garantire ugualmente il servizio a sostegno delle persone accolte. «Non abbiamo il coraggio di buttare fuori nessuno. Ma molte comunità saranno costrette comunque a chiudere. Stiamo andando avanti nonostante tutto caricandoci di responsabilità», sostengono gli operatori.

Ai familiari di un assistito presso la comunità ‘Insieme’ è arrivata nel mese di maggio dal comune una lettera di revoca dell’assistenza. «Il comune ha l’obbligo morale di non abbandonare chi non ha famiglia. Mio fratello, fortunatamente per lui, non è solo: è stato dimesso dal mese di settembre e adesso si trova in una casa di riposo privata. E’ vergognoso che il malato mentale diventi un vuoto a perdere di cui non interessa niente a nessuno. Mio fratello è affetto da una forma di schizofrenia  difficile da gestire. Noi familiari ci troviamo in difficoltà davanti una situazione ingestibile», ha detto Cristina Marrone, sorella di Santo, al sito superabile.it. Ferrandelli promette: «Resteremo qui a oltranza fino a quando non sarà risolta questa drammatica situazione».

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