Cooperazione sociale
Il Comune di Milano su adeguamento tariffe: «Pronti a dialogare con le coop, ma il governo faccia la sua parte»
La vicesindaco di Milano Anna Scavuzzo interviene sulla richiesta delle imprese sociali di rivedere le tariffe proposte in sede di gara: «Un adeguamento economico in corso di appalto non è una questione arbitraria, va valutato in relazione alle norme. Necessario coinvolgere il governo»
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Le cooperative sociali chiedono una revisione sulle tariffe proposte in sede di gara, a seguito dell’aumento della remunerazione dei lavoratori pari a circa il 15% previsto nel rinnovo del contratto nazionale del settore. Se gli enti negano la revisione, il servizio oggetto dell’affidamento rischia di non essere garantito. Succede in tutta Italia, in ordine sparso. Ne abbiamo scritto ieri, a proposito della richiesta delle cinque cooperative sociali che si occupano dei servizi educativi di sostegno nei nidi e nelle scuole dell’infanzia del Comune di Milano. Servizi su cui gravitano oltre 800 bambini con disabilità e le loro famiglie, che, in assenza di un accordo, rischiano di non essere garantiti. «Nonostante numerosi solleciti», hanno scritto in un comunicato congiunto le imprese sociali Accento, Cadiai, Consorzio Blu, Nuova Assistenza e Orsa Progetto A, «le trattative hanno visto negare a tutti i gestori la revisione sulle tariffe proposte in sede di gara». In seguito al nostro articolo, il Comune di Milano ci ha fatto pervenire una nota della vicesindaco e assessore all’Istruzione Anna Scavuzzo.
«L’istanza di adeguamento contrattuale per lavoratori e lavoratrici delle cooperative è all’attenzione degli enti pubblici ovunque ci siano appalti con realtà che applicano il contratto collettivo nazionale in oggetto, ed è stata la stessa Anci a esprimere in un documento il riepilogo normativo e l’interpretazione all’interno del cui perimetro tutti i Comuni sono tenuti a muoversi», dichiara Scavuzzo. «Per Milano si tratta, fra gli altri, di appalti che permettono di offrire servizi di qualità a bambine e bambini ed è nell’interesse di tutti poter proseguire senza tensioni, criticità e problemi sia per bambini, bambine e famiglie che per le lavoratrici e i lavoratori».
La vicesindaco aggiunge al dibattito un aspetto tecnico: «Non possiamo dimenticare che stiamo parlando di appalti assegnati tramite gare, che i termini contenuti nel codice degli appalti che regola tali gare non possono essere ignorati dalla stazione appaltante del Comune, e che la modifica dei termini di un appalto già assegnato va valutata in relazione alle norme. Laddove abbiamo potuto intervenire recependo il nuovo ccnl lo abbiamo fatto e lo faremo, ovviamente, per tutte le gare a venire: sottolineo, allo stesso tempo, che non è stato previsto da parte del governo alcun trasferimento aggiuntivo agli enti locali per andare incontro a questo evidente aggravio dei costi. Ancora una volta vediamo attribuire ai Comuni responsabilità che sono in capo ad altri, quali le previsioni normative per attuare le modifiche intercorse e adeguati trasferimenti per far fronte agli aumentati costi per erogare i servizi».
Intanto, le interlocuzioni con gli operatori e le centrali cooperative sono in corso: «Comprendiamo le ragioni delle richieste. Allo stesso tempo è evidente a tutte le parti che un adeguamento economico in corso di appalto non è una questione arbitraria e non è di facile soluzione. Ribadisco la necessità di chiedere che il governo centrale faccia la sua parte».
La fotografia in apertura è di Andrea Ferrario su Unsplash
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