Cultura

Il codice del buon fornitore

Un progetto per rendere più etici gli acquisti.

di Francesco Maggio

Certo, dopo che la Nike ha fatto il suo storico mea culpa, è facile oggi scoprire l?acqua calda: e cioè che ha poco senso parlare di corporate social responsibility se non si affronta il nodo irrisolto del rapporto tra azienda e fornitori. Se il committente chiude un occhio (o tutti e due) su come vengono prodotti i beni che acquista, allora ciao. Allora hai voglia a dire che sei socialmente responsabile: le panzane che racconti su quanto sei bravo e bello, prima o poi ti si ritorcono contro. Come, appunto, nel caso della Nike.
Ma se, invece, quel rapporto diventa il pilastro attorno al quale far ruotare l?etica d?impresa, attirare le migliori professionalità, mettere in campo le iniziative più opportune per comunicare il mutato ?passo?, allora cambia tutto e si scopre che un procurement (l?attività di approvvigionamento) ispirato ai criteri della csr può rappresentare un vero proprio vantaggio competitivo per l?impresa. Ne sono convinti alla società I-Faber, partecipata da Unicredit (65%), Erg (23%), Impregilo (8%) e Oracle (4%), attiva nel creare e gestire mercati elettronici in cui le imprese, pubbliche e private, possano organizzare i propri rapporti commerciali in modo da ottimizzare i rispettivi business.
Da qualche mese I-Faber, grazie a un gruppo di direttori approvvigionamenti di grandi aziende operanti in Italia (il Pec-Procurement Executive Circle) il cui fatturato ammonta nel complesso all?11% del Pil, sta mettendo a punto il progetto Purchasing Social Responsibility(Psr) che mira a raggiungere un duplice obiettivo: valorizzare il ruolo della direzione acquisti nell?ambito dell?organigramma aziendale; farlo, attraverso la definizione di un codice di psr e di un set di strumenti di attuazione, monitoraggio e certificazione del progetto.
«Negli organigrammi» spiega Andrea Tiberi, coordinatore di Pec, la funzione approvvigionamenti non è mai stata particolarmente accreditata presso il top management perché questi non aveva di solito una reale percezione del peso della direzione acquisti in termini di costo delle materie sul fatturato e, quindi, di incidenza sul conto economico. Oggi che, invece, per ragioni sempre più impellenti di contenimento dei costi, la funzione approvvigionamenti è sotto i riflettori, anche il ruolo del direttore acquisti sta cambiando».
«Di qui il nostro progetto» aggiunge Tiberi, «che si propone di mettere ben in evidenza, attraverso linee guida ad hoc che avranno natura cogente nelle imprese che le adotteranno, come una funzione così delicata qual è il procurement, implementando criteri di csr, può rivelarsi ancor più strategica nella gestione aziendale. Può cioè rivelarsi ?win win?: vince l?azienda, per esempio in termini di buona reputazione che ne ricava; vincono i fornitori che, grazie a comportamenti trasparenti, possono ?conquistare? molti più committenti, evidentemente sempre più etici».
Le linee guida, già a buon punto, saranno varate definitivamente a settembre.

Mister bond
Anche la storia si riìpete ( con l’aiutino)
Palazzinari.
Una volta si chiamavano palazzinari. Ora sono la punta avanzata della nostra imprenditoria e si chiamano immobiliaristi. È il loro momento, non solo perché gli immobili sono il grande affare di questi anni. In fondo anche il premier ha fatto le sue fortune partendo dalle grandi speculazioni edilizie degli anni anni 60 e 70, dando poi la scalata al mondo dell?informazione e finanziario. Così Caltagirone, ma anche i vari Ricucci, Statuto, Coppola? sono giovani ma si faranno. Intanto si stanno facendo un impero di partecipazioni nel mondo delle comunicazioni e delle banche. La storia si ripete. Ma anche la storia ha bisogno di un? aiutino. Vedi alla voce: politica della Casa delle libertà.
Plusvalenze. Si è detto di tutto e di più della cessione di un pacchetto di Mediaset: sono stati incassati 2,2 miliardi di euro dei quali 1,8 miliardi di guadagno netto. Netto, perché le plusvalenze sono detassate. Da sempre? No, grazie alla legge 80 del 2003. Se l?operazione fosse avvenuta prima, la famiglia Berlusconi avrebbe dovuto pagare 225 milioni di tasse. Chi ha voluto la legge 80/03 non ve lo diciamo. Ssst!
Tasse e mattoni . Letto ciò, molti vorranno investire i loro risparmi in case. Fermi là: il governo che ha tagliato le tasse ? così dice ? ha aumentato quelle sulla casa (la prima e la seconda, non quelle degli immobiliaristi) del 15%, senza contare annessi e connessi.

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