Welfare

Il co-working cambia il lavoro. E anche la vita

La prima ricerca globale sulla soddisfazione di chi ha scelto il co-working rivela che otto lavoratori su dieci si sentono più motivati, meno soli e addirittura più felici di prima

di Gabriella Meroni

Più felici, meno soli, più fiduciosi e socievoli: ecco come si sentono i lavoratori che hanno scelto il co-working in base a una recente ricerca presentata alla Conferenza internazionale sul coworking globale (Gcuc) svoltasi la scorsa settimana a Berkley. In base allo studio, che intervistato un campione di utilizzatori di spazi di co-working negli Usa, chi sceglie di lavorare in questi spazi riporta una serie di vantaggi in termini strettamente lavorativi, di networking, di competenze e di creazione di rapporti sociali. Dal primo punto di vista, l’84% degli intervistati ha riferito di sentirsi «più motivato e coinvolto» nel lavoro, e anche di «avere più successo» (67%) e «aver ottenuto migliori risultati professionali».

Un altro 82% ha testimoniato di aver ampliato il proprio network professionale grazie al co-working, ricorrendo anche ai colleghi che condividono lo spazio per avere consigli e indicazioni utili (80%) e perfino nuove occasioni di lavoro (64%). Non solo: con il co.working si impara: il 69% ha acquisito nuove competenze, il 68% le ha migliorate, mentre dal punto di vista della vita sociale l’87% ha incontrato altri colleghi di co-working per motivi non strettamente legati al lavoro e un 54% anche al di fuori dell’orario di lavoro, nel tempo libero e nei weekend.

Ancora più interessanti i risultati del sondaggio relativi alla vita personale: ben l’89% del campione ha infatti risposto di sentirsi più felice da quando ha scelto il co-working, l’83% si sente «meno solo» e il 78% è certo che questa scelta ha «contribuito alla propria salute mentale».

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