Politica
Il co. pro. alla campana
Un pacchetto di agevolazioni diretto ai contratto a progetto delle cooperative. È il primo in Italia.
Fondi garanzia per contrarre mutui, polizze assicurative per ?coprire? i giorni di malattia e i periodi di maternità, e trattamenti economici pari a quelli previsti per i dipendenti. Le centrali cooperative Agci, Confcooperative e Legacoop della Campania hanno sottoscritto con le organizzazioni sindacali un accordo, il primo del genere in Italia, che prevede maggiori tutele per i lavoratori delle cooperative sociali con contratto a progetto. Insomma, meno precarietà e più solidarietà.
La metà dei servizi
La cooperazione sociale in Campania conta circa 500 imprese, gran parte delle quali di tipo A; di queste circa il 40%, secondo i dati dei registri prefettizi, non vanno oltre il secondo anno di iscrizione. Stime prudenziali indicano in circa 350 il numero di coop sociali attive che svolgono attività d?impresa con continuità. La metà dei servizi socioassistenziali erogati in tutta la Regione sono garantiti da organizzazioni del terzo settore, in particolare da cooperative sociali, che occupano complessivamente 15mila persone, il 50% delle quali titolari di un contratto atipico.
«Per le cooperative sociali è una scelta obbligata, dettata dalle condizioni contrattuali imposte dagli enti pubblici», spiega Giuseppe Del Pennino, presidente di Federsolidarietà Campania (130 coop iscritte). «Nonostante gli inviti contenuti in alcune delibere della giunta regionale, gli enti pubblici trovano difficoltà ad applicare costi orari corrispondenti a quelli previsti nel contratto collettivo nazionale».
Un fondo di garanzia
«Da oltre dieci anni la cooperazione sociale ha un proprio contratto di categoria e noi riteniamo che debba essere questo il parametro di riferimento», sottolinea Sergio D?Angelo, presidente di Legacoop Campania (80 coop sociali aderenti), che aggiunge: «Tuttavia i processi di programmazione degli interventi di natura socioassistenziale sono discontinui, i Comuni spesso lavorano su programmi a tempo che costringono le coop sociali a ricorrere a forme di lavoro flessibile».
Di fronte a scelte obbligate e al disinteresse degli enti pubblici – la Regione Campania è l?unica a non avere, a 14 anni dall?emanazione della legge nazionale 381 sulle cooperative sociali, una norma regionale che ne recepisca i contenuti – le centrali cooperative, di comune accordo con le organizzazioni sindacali, hanno deciso di prevedere l?estensione di alcune forme di tutela per i lavoratori flessibili.
«Nel definire l?accordo», prosegue D?Angelo, «siamo partiti dai problemi che questo tipo di contratto genera. Una delle prime questioni che affronteremo è la costituzione di un fondo di garanzia per permettere ai lavoratori di ottenere affidamenti, mutui e prestiti. Prevediamo inoltre di sottoscrivere polizze assicurative affinché gli operatori possano essere tutelati sia nei periodi di maternità che di malattia, il tutto senza alcun onere a carico dei collaboratori. Abbiamo anche concordato che il trattamento economico sia determinato sulla base del compenso netto previsto dal contratto collettivo per i dipendenti».
L?accordo chiama in causa anche la Regione e l?Anci, l?associazione nazionale dei Comuni, «con cui intendiamo promuovere», conclude D?Angelo, «un osservatorio regionale al quale sarà affidato il compito di monitorare le competenze degli operatori, eventuali violazioni della normativa sul lavoro, fornire supporti e percorsi formativi e infine definire, con le stesse amministrazioni pubbliche, un tariffario per le prestazioni dei collaboratori a progetto che tenga conto del salario netto di un lavoratore dipendente di pari professionalità».
Info:
Normative regionali
Umbria, coop a norma
Il Consiglio regionale dell?Umbria, nell?ultima seduta prima dello scioglimento, ha approvato all?unanimità la nuova legge sulla cooperazione sociale. Il provvedimento, composto da 12 articoli, dopo aver riconosciuto «il rilevante valore e la finalità pubblica della cooperazione sociale nel perseguimento della promozione umana e dell?integrazione sociale dei cittadini nell?interesse generale della comunità», definisce i criteri per gli affidamenti dei servizi cui debbono uniformarsi contratti e convenzioni tra cooperative sociali, consorzi e aziende pubbliche; determina i criteri di valutazione della qualità dei servizi affidati e prevede la concessione di contributi per il sostegno a progetti specifici di inserimento lavorativo di persone svantaggiate.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.