Mondo
Il cinema irrompe in favela. Il Brasile scopre la sua violenza
Sei anni dopo "Cidade de Deus", ecco una pellicola che fotografa la vita nelle baraccopoli senza salvare nessuno.
di Paolo Manzo
Il successo riscosso al Festival di Berlino dal film Tropa de Elite del regista José Padilha non deve stupire. Sarebbe stato stupefacente il contrario. La storia è molto forte, e rappresenta l?altra faccia di Cidade de Deus, il capolavoro di Fernando Meirelles che qualche anno fa spiattellò in faccia a un mondo assuefatto alle immagini da cartolina di Copacabana la realtà infernale di Rio de Janeiro. Lo stesso fa Tropa de Elite, se possibile in una forma ancora più cruda e realistica.Se infatti Cidade de Deus giocava molto con la tecnica del flash back e con un montaggio davvero sublime, il film di Padilha lascia meno spazio ai voli pindarici, concentrandosi di più sul plot narrativo. Se Cidade de Deus mostrava ad un Occidente incredulo come gli abitanti delle favelas carioca imparano a uccidere con una freddezza disumana sin dall?infanzia, e come il deus ex machina di questi concentrati di povertà sia in realtà il narcotrafficante di turno, Tropa de Elite descrive l?altra faccia della stessa medaglia, ovvero le metodologie da ?guerra sporca? utilizzate dal Battaglione per le operazioni speciali, il Bope, che per combattere la violenza usa la violenza, senza nessun rispetto per i diritti umani.A differenza di Cidade de Deus, dove sullo sfondo aleggiava comunque una sorta di giustificazione sociale nei confronti dei giovani protagonisti per i quali la vita umana non ha nessun valore a causa delle barbare leggi della favela, Tropa de Elite colpisce come un pugno nello stomaco perché mostra, senza alcun filtro, la violenza, la corruzione e l?ipocrisia di quelli che in teoria dovrebbero essere i buoni e difendere gli interessi della cosiddetta comunità. A cominciare dalla Polizia che dovrebbe combattere il crimine ?disorganizzato? imperante in favela e, invece, è parte integrale del sistema dell?illegalità. Nel film i poliziotti spesso si mostrano conniventi con il narcotraffico fino ad arrivare ad esilaranti quadretti in cui li si vede arraffare tutto ciò che possono. Ma anche le associazioni di volontariato che operano in favela sono rappresentate dal regista come un bene che poi, in realtà, è un male perché funzionali in tutto e per tutto al sistema di generale impunità e violenza. I loro membri sono ragazzi viziati della borghesia carioca che si impegnano in favela solo perché «è di moda» e perché poi, a fine giornata, possono tornare nella loro ?Rio da ricchi? con un bel po? di droga in tasca.Per fortuna che c?è la ?truppa d?élite?, dunque? Niente affatto, perché anche il Bope è funzionale al sistema e non rappresenta altro che il pugno duro del Brasile ?che funziona? e che serve a tranquillizzare la classe media e alta brasiliana. La quale, sia a San Paolo che a Rio, è uscita dalle sale cinematografiche tirando un sospiro di sollievo perché almeno c?è Capitano de Nascimento, impersonato magistralmente da Wagner Moura, a vegliare su di loro. Una sorta di ansiolitico a poco prezzo. E poco importa se qualche ?delinquente? in favela sarà ucciso o se alla fine sono proprio i loro figli i consumatori che finanziano il sistema.Con questo film Padilha ci conferma che oggi in Brasile non c?è molto spazio per i dubbi etici, che il sistema, nonostante le apparenze, coinvolge tutti e che la lotta per la sopravvivenza va di pari passo con l?abbruttimento morale di una società. Un film tanto duro quanto credibile questo Tropa de Elite, che in Brasile ha diviso il Paese, che distilla pessimismo a ragion veduta e che mostra una guerra dove nessuna delle fazioni è innocente. E dove la violenza è l?arma di tutti, sia del carnefice che della vittima.
<a href="http://www.tropadeeliteofilme.com.br" target="_blank">Tropa De Elite</a>(in portoghese)
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