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Il centro sportivo di Napoli “Juca’ per Cagna’” tra i finalisti del premio Sport for Good Award

C’è anche il programma di responsabilità sociale promosso nel rione Sanità di Napoli da Fondazione Laureus tra le squadre finaliste del World Sports Award: «Esserci è già una vittoria dello sport inclusivo e contro la Camorra»

di Luca Cereda

La vittoria del Campionato Europeo, la seconda dopo quella del 1968, è valsa alla Nazionale italiana di calcio di Roberto Mancini la nomination nella categoria “Team of the Year Award” (Squadra dell’anno) dei Laureus World Sports Awards, gli Oscar dello sport. Insieme a Max Verstappen, Tom Brady, Robert Lewandowski, Ashleigh Barty, Simone Biles tra gli altri candidati c’è anche il “Centro sportivo di Comunità – Juca’ Per Cagna della Locomotiva”, programma di responsabilità sociale promosso nel rione Sanità di Napoli dalla Fondazione Laureus Sport for Good Italia, in lizza nella categoria “Laureus Sport for Good Award”. I nomi dei candidati sono stati selezionati in seguito alle votazione effettuata da oltre 1300 giornalisti di tutto il mondo. I vincitori dei Laureus World Sports Awards saranno annunciati ad aprile, nel corso di una cerimonia virtuale, al termine delle votazioni della Laureus World Sports Academy, la giuria per eccellenza composta da 71 leggende dello sport. «Lo sport è indubbiamente un motore di grandi emozioni, ma sempre di più viene riconosciuto come elemento centrale per lo sviluppo sociale delle comunità e degli individui», spiega Daria Braga, Direttrice della Fondazione Laureus Sport for Good Italia.

I centri di comunità permettono di sconfiggere la "cultura mafiosa" della Camorra

In nomination, nella categoria “Laureus Sport for Good Award”, quindi c'è Juca’ Per Cagna’, il programma di responsabilità sociale promosso nel rione Sanità di Napoli dalla Fondazione Laureus Sport for Good Italia, in cui ai bambini e ai ragazzi viene data la possibilità di praticare l’attività sportiva, lì dove anche le palestre delle scuole sono inagibili. In quell’area Centro Sportivo Di Comunità rappresenta quindi l’unico spazio in cui sia possible praticare lo sport fuori dal controllo della criminalità organizzata della Camorra. In questa zona i servizi per i giovani scarseggiano un po’ ovunque e il tasso di abbandono della scuola è tra i più alti d’Italia. Nel rione Sanità lo sport, quindi, è diventato uno strumento per opporsi a questa drammatica situazione e il Centro Sportivo di Comunità Jucà Pe Cagnà offre la concreta possibilità ai giovani di avere uno spazio sicuro a disposizione in cui scoprire e coltivare il proprio talento. Tra gli sport e le attività praticate figurano karate, ginnastica, ping pong, padel, zumba e samba.

Jucà Per Cagnà sta per l’espressione inglese “Play for Change”

Ad attestare la bontà del progetto le parole di Daria Braga, Direttrice della Fondazione Laureus Sport for Good Italia: «E' proprio su questi aspetti che si svolge il lavoro di Fondazione Laureus. Le fragilità sono ovunque, e questa pandemia le ha fatte emergere in maniera netta. Ma laddove i bambini e le bambine hanno minori fattori protettivi, dovuti al contesto sociale e familiare, è ancora più importante esserci. Noi siamo nelle periferie un po’ di tutta Italia, per occuparci di queste fragilità e per dare, attraverso lo sport, gli strumenti di fiducia in se stessi, consapevolezza delle proprie possibilità, di capacità di fare squadra, saper perdere e saper vincere, affinché anche chi è meno solido possa affrontare con maggiori protezioni il suo domani. Jucà Per Cagnà, che poi è la bellissima napoletanizzazione dell’espressione inglese “Play for Change”, ha già nel suo nome l’essenza del prezioso lavoro che viene svolto in un quartiere tanto difficile come il Rione Sanità».

Insieme all'inclusività sociale Fndazione Laureus premia le donne di sport

In campo femminile, in lizza per la categoria Laureus World Sportswoman of the Year (Sportiva dell’anno), troviamo la giamaicana Elaine Thompson-Herah, che ha eguagliato il record del connazionale Usain Bolt, vincendo tre medaglie d’oro olimpiche nei 100m, 200m e nella staffetta 4x100m; Allyson Felix, che a Tokyo è diventata l’atleta olimpica americana più titolata di sempre, scalzando Carl Lewis; la nuotatrice americana Katie Ledecky, che ai Giochi ha impreziosito il suo palmares con altre due medaglie d’oro e due di argento; la nuotatrice australiana Emma McKeon, che con quattro ori e tre bronzi olimpici ha eguagliato il record di medaglie vinte da una donna in una sola edizione dei Giochi; la tennista australiana Ashleigh Barty, che ha vinto il torneo di Wimbledon nel 2021 e ha trionfato anche agli Australian Open di quest'anno; e, infine, Alexia Putellas, capitana della squadra di calcio femminile del Barcellona.

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