Volontariato
Il centro Mammut di Scampia ferma le attività
I troppi debiti, le tasse e l'immobilismo del Comune hanno portato al blocco che partirà da domani. Tutti gli sforsi saranno convogliati sulla campagna di raccolta fondi “Semi di primavera”
di Redazione
A partire dal 28 marzo il centro territoriale Mammut sospende le sue attività ordinarie in piazza Giovanni Paolo II di Scampia, mantenendo aperta la sede attraverso azioni con minore frequenza come l’ambulatorio di omeopatia, le giornate di piazza e gli incontri-formazioni della Mediateca.
Dopo essere riusciti per due anni a non far gravare su nessuno dei servizi destinati ad un centinaio tra bambini, ragazzi e adulti italiani, rom e migranti la totale sospensione di qualsiasi finanziamento pubblico, gli operatori del centro territoriale fermano i giochi in attesa dell’assegnazione dei fondi comunali.
Anche se sembra ormai avvicinarsi l’aggiudicazione dei fondi previsti nell’ambito del bando comunale “Welfare a Scampia”, è stato proprio il continuo procrastinarsi di una risposta concreta da parte dell’amministrazione comunale (e il completo disinteresse da parte di altre istituzione come quella regionale) ad aver portato il Mammut all’accumulo di un debito superiore ai 50mila euro.
«Anche se siamo passati dai 20 ai 4 operatori, rinunciando alla maggior parte di funzioni essenziali per qualsiasi organizzazione, due anni di attività di un centro che lavora come il Mammut hanno costi importanti», affermano gli organizzatori «basti pensare che la sola Tarsu ha per noi un costo di 2.261 euro all’anno. E che su ogni euro di stipendio versati agli educatori, la nostra organizzazione ne deve pagare più o meno un importo uguale in tasse».
L’eventuale affidamento dei finanziamenti previsti dal bando potrà, infatti, finanziare solo le attività future, mentre per sanare la situazione debitoria pregressa agli organizzatori non resta che contare sul sostegno dei privati cittadini, fondazioni, imprese.
«Il sistema di welfare», proseguono gli organizzatori, «è sempre più marcio: stato e pubbliche amministrazione non solo non danno più sovvenzioni al sociale, ma ne diventano tra le principali voci di spesa. Così per molte associazioni non resta che falsare rendicontazioni e diminuire ancora di più le garanzie per il lavoratore. Soluzioni a cui il Mammut ha deciso di non adeguarsi».
Il Mammut dedicherà perciò i prossimi mesi al tentativo di appianare la difficile situazione finanziaria, lanciando la campagna “Semi di primavera”, ovvero un vero e proprio “Mammut-carrello”, sistema integrato di offerte libere, acquisto di servizi, aste pubbliche e sostegno dal basso alle attività di Scampia grazie anche al contributo di chi ha donato al Centro territoriale opere importati come quelle di Riccardo Dalisi e di Andrea Pazienza. Tra i primi appuntamenti la mostra-mercato organizzata per il giorno 22 aprile ore 18,00 alla Intragallery, via cavallerizza a Chiaia n. 57, Napoli.
Insomma, in uno dei momenti più difficili della storia del sociale il Mammut semina per continuare a raccogliere frutti e far sbocciare fiori. I bambini, le mamme, i ragazzi e gli insegnanti lo hanno capito bene quando gli operatori del centro hanno concordato con loro sulla necessità di una interruzione delle attività. Attività tra l’altro oggi più che mai partecipate, vitali e cariche di energia trasformativa. I commenti, le proposte, la diponibilità di chi anima il centro quotidianamente sono stati moltissimi e unanimi: “Il Mammut è nostro e non permetteremo a nessuno di portarcelo via!”
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