Sostenibilità

Il cellulare si ricicla per poveri e ambiente

Riconversioni/ Iniziativa solidal-ambientale in Veneto

di Chiara Cantoni

Si chiama Telefono casa, ma non ha nulla a che vedere con Et, l?amabile extraterrestre di Spielberg: è una campagna per la raccolta di cellulari usati realizzata in collaborazione tra loro da sette cooperative sociali venete. Il ricavato del progetto sarà investito nel fondo per l?emergenza abitativa gestito dalla Fondazione La casa onlus di Padova, che dal 2001 tutela le persone temporaneamente prive di alloggio, offrendo sistemazioni dignitose e strutture ricettive di prima accoglienza.

Una campagna, dunque, che attraverso il corretto smaltimento dei cellulari usati e donati, mira a consolidare la cultura del riciclo, favorire l?occupazione lavorativa e promuovere la solidarietà verso situazioni di emarginazione sociale. «L?idea è stata importata dall?Europa», spiega Maurizio Trabuio, direttore della Fondazione La casa. «In particolare dall?Austria, dove il consorzio di imprese sociali RepaNet, partner del gruppo europeo di interesse economico Serranet ha utilizzato la raccolta e il riciclo di cellulari per sostenere la Caritas locale. Nella società moderna, si è trasferita la capacità affettiva dalle persone agli oggetti, facendo del telefonino un veicolo di ricordi e sentimenti. Anche quando rimpiazzato da nuovi modelli, siamo restii a gettarlo nell?immondizia: spesso, rimane nel cassetto finché il tempo non ne stempera il valore. Con Telefono casa invitiamo la gente a restituirgli parte della sua capacità affettiva, dandolo a noi, che lo valorizziamo per le persone bisognose».

«I telefonini ricevuti verranno mandati negli impianti di riciclaggio austriaci, dove le componenti funzionanti saranno riassemblate e utilizzate per nuovi prodotti, mentre quelle inservibili smaltite senza rischi per l?ambiente», prosegue Trabuio. «In media, da tre telefonini usati se ne ricava uno, da rivendere nei Paesi emergenti ai prezzi di mercato stabiliti dalle Borse di Hong Kong e Abu Dhabi».

Alla fine del processo, la fondazione riceve un euro per ogni apparecchio venduto. «Al di là dell?aspetto economico, il nostro obiettivo è anche l?incontro con la gente: questa campagna è un?occasione per far conoscere le cooperative ed entrare in relazione col territorio. Se l?esito della fase sperimentale dovesse essere positivo, a dicembre, avvieremo una raccolta a domicilio».


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