Da qualche tempo negli Stati Uniti si parla di ?net neutrality?, ovvero della neutralità o meno dell?infrastruttura di internet rispetto ai contenuti che vi transitano. Facciamo un esempio: gran parte dell?infrastruttura di rete in Italia è di Telecom Italia. Se la rete non fosse neutrale, Telecom potrebbe rallentare, fino a renderli inutilizzabili, i servizi di altri operatori telefonici via internet, ad esempio Skype. E nessun antitrust potrebbe sguainare la bacchetta magica contro un così basilare e logico comportamento. D?altra parte Internet costa, e l?obiettivo di ogni azienda è quello di aumentare i guadagni. Ma, sorpresa, a confrontarsi su opposte fazioni nel paese delle mille possibilità non sono pubblico e privato, bensì aziende come Google, Amazon, e-bay e Skype da un lato, e Telecom Company dall?altro. Le quali, l?8 giugno scorso, sono riuscite a far passare alla House of Representatives il Cope, ovvero il Communications Opportunity, Promotion and Enhancement Act (www.access.gpo.gov), in cui sono stati emendati i principi di network neutrality. La battaglia in Senato è appena iniziata, e si preannuncia difficile. Le conseguenze, comunque andrà, non tarderanno a raggiungere il vecchio continente.
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