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Il caso Nencini: il personalismo che fa più danni delle lobby

«Vittoria! Il senato ha approvato con voto unanime un emendamento socialista per vietare la pubblicità radiofonica e televisiva sul gioco», così il senatore socialista canta vittoria su Fb. Ma le cose sono andate molto diversamente...

di Lorenzo Alvaro

Delaga Fiscale. Articolo 14 sui giochi. Il testo definitivo del comma2 lettera “aa”, quello relativo al divieto di pubblicità in tv e radio recita:
«introduzione del divieto di pubblicità nelle trasmissioni radiofoniche e televisive nel rispetto dei principi sanciti in sede europea relativi alla tutela dei minori per i giochi con vincita in denaro che inducono comportamenti compulsivi;».

Oggi su Facebook il principale artefice di questo testo, il senatore Riccardo Nencini (Psi), scrive: «Vittoria! Il senato ha approvato con voto unanime un emendamento socialista per vietare la pubblicità radiofonica e televisiva sul gioco. Il governo si era espresso in modo contrario durante il dibattito poi, vista la mala parata, ha cambiato opinione e ha condiviso le nostre ragioni. È un successo di tutta la delegazione socialista, una battaglia iniziata alla Camera da Marco Di Lello e continuata al senato con profitto».   

La notizia è stata anche rilanciata da Repubblica (qui l'articolo)

Quello che nessuno dice però è che questo testo è molto peggiorativo rispetto alla versione approdata al Senato dopo l'approvazione alla Camera. I deputati infatti avevano votato un Art. 14 emendato da Lorenzo Basso il cui testo recitava, «introduzione del divieto di pubblicità nelle fasce protette delle trasmissioni radiofoniche e televisive e, sempre, per i giochi in denaro che inducono comportamenti compulsivi».

Insomma si è passati da un divieto totale, che tutelava minori e non minori, ad un testo che, appellandosi ai regolamenti europei, tutela esclusivamernte i minori.

Su Facebook abbiamo fatto notare all'on. Nencini il fatto, ma ci è stato risposto che «la norma non emendata consentiva la pubblicità in alcune fasce orarie». Posto che non si capisce cosa significhi quel «non emendata», e se l'onorevole si riferisca alla versione precedente alla discussione della Camera o a quale altra bozza di testo, rimane comunque una prova inconfutabile.

Sarà semplice infatti per chiunque consultare il resoconto stenografico della 182esima seduta pomeridiana del Senato di ieri, 4 febbraio 2014 (in allegato e scaricabile dal sito del Senato) e ricontrare come il testo in discussione fosse quello dell'emendamento Basso, quello del divieto assoluto.

In particolare a pag. 22 del resoconto succede che, alla fine di una serie di interventi “fuori luogo” il relatore, Mauro Maria Marino, dopo essersi lamentato perchè «qui stanno intervenendo persone che non hanno mai fatto un passaggio in Commissione e che non sanno cosa è successo», corregge proprio l'on Nencini.

Il senatore socialista infatti per ben due volte cita il testo del comma 2 lettara “aa” in maniera incompleta dimenticandone una parte, proprio quella del divieto sempre per i giochi a rischio compulsività. Così Marino prende la parola e sottolinea: «intervengo solo per leggere il testo del comma 2, lettera aa): “introduzione del divieto di pubblicità nelle fasce protette delle trasmissioni radiofoniche e televisive e, sempre, per i giochi con vincita in denaro che inducono comportamenti compulsivi”. L’ho letto solo perché tutti abbiano cognizione del testo».

Lungi da noi credere nella cattiva fede di Nencini, come degli altri senatori. Certo ogni tanto il personalismo fa più danni delle lobby.

P.s.
Nel pomeriggio è arrivata una nota di Lorenzo Basso che, pur dicendosi soddisfatto per il passo avanti della legge sottolinea, «non posso però nascondere il profondo rammarico perché ieri poteva essere una giornata non solo positiva, ma addirittura storica nella lotta al gioco d’azzardo. Non lo è stata per l’approvazione di un emendamento, che peggiora di molto le regole in materia di pubblicità. Alla Camera, grazie ad un mio emendamento, sottoscritto da decine di parlamentari di tutte le forze politiche e sostenuto dal lavoro svolto da tante realtà della società civile, era stato approvato un testo che introduceva due divieti di pubblicità per radio e tv: uno relativo alle fasce orarie protette, a tutela dei minori; l’altro valido sempre e per tutti, con riguardo ai soli giochi compulsivi, come le slot e i gratta&vinci. L’emendamento, a prescindere dalla buona fede con cui può essere stato pensato, ha invece ristretto il divieto ai soli giochi compulsivi rivolti ai minori, di fatto sancendo un cambio totale di prospettiva: mentre il testo base consentiva la pubblicità dei soli giochi non compulsivi e soltanto nelle fasce orarie non protette, il testo approvato ieri consentirà ogni tipo di pubblicità, tranne quella per i giochi compulsivi, limitatamente alle fasce orarie protette. Il peggioramento rispetto al testo licenziato dalla Camera è enorme ed evidente». Appunto.


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