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Il Cardinale Tettamanzi chiude il processo diocesano sul presunto miracolo di don Gnocchi

Si tratta di un importante passo in vista della beatificazione. La sessione pubblica del tribunale diocesano si terrà il 19 dicembre all'Istituto "Palazzolo" di Milano

di Fondazione Don Gnocchi

Domenica 19 dicembre, all?Istituto ?Palazzolo-Fondazione Don Gnocchi? di Milano (via Palazzolo, 21), il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, chiuderà ufficialmente la sessione pubblica del tribunale diocesano sul presunto miracolo in vista della beatificazione del Venerabile Servo di Dio don Carlo Gnocchi. La sessione era stata aperta il 22 ottobre 2004, nella Chiesa dell?IRCCS ?S. Maria Nascente?, dove riposano le spoglie di don Carlo. Con questo atto l?arcivescovo di Milano ha chiuso in sede diocesana l?istruttoria supplementare per vagliare il presunto fatto miracoloso recentemente segnalato alla segreteria della Postulazione della Causa di Canonizzazione.

I tre membri del Tribunale preposti a questo impegnativo e delicato compito – i monsignori Ennio Apeciti, Giordano Ronchi e Angelo Amodeo – mantengono il più stretto riserbo sull?inchiesta canonica che ora passa alla Congregazione delle Cause dei Santi, a Roma. In queste settimane il Tribunale ha provveduto all?interrogatorio, oltre a quello del presunto miracolato, di decine di testimoni e ha incaricato esperti medici e di altre scienze di redigere perizie a supporto delle testimonianze e dei documenti prodotti.

Il processo di canonizzazione di don Gnocchi fu avviato nel 1987 dal cardinale Carlo Maria Martini. Nel dicembre del 2002, il Papa – riconoscendone l?eroicità delle virtù ? lo ha dichiarato Venerabile.

Nato a San Colombano al Lambro, presso Lodi, il 25 ottobre 1902, Carlo Gnocchi viene ordinato sacerdote nel 1925. Assistente d?oratorio per alcuni anni, è poi nominato direttore spirituale dell?Istituto Gonzaga dei Fratelli delle Scuole Cristiane. Allo scoppiare della guerra si arruola come cappellano volontario e parte, prima per il fronte greco-albanese, e poi ? con gli alpini della Tridentina ? per la campagna di Russia. Nel gennaio del ?43, durante l?immane tragedia della ritirata del contingente italiano, si salva miracolosamente. Ed è in quei giorni che, assistendo gli alpini feriti e morenti e raccogliendone le ultime volontà, matura in lui l?idea di realizzare una grande opera di carità, che troverà compimento, a guerra finita, nella Fondazione Pro Juventute. Muore il 28 febbraio 1956. L?ultimo suo gesto profetico è la donazione delle cornee a due ragazzi non vedenti quando ancora in Italia il trapianto d?organi non era regolato da apposite leggi.

In questi cinquant?anni la Fondazione ha ampliato il proprio raggio d?azione a favore di ragazzi portatori di handicap, affetti da complesse patologie acquisite e congenite, ma anche nei confronti di pazienti di ogni età che necessitano di interventi riabilitativi neurologici, ortopedici, cardiologici e respiratori. Dall?81 l?attività si è estesa all?assistenza degli anziani, in prevalenza non autosufficienti e negli ultimi anni anche ai malati oncologici terminali e alle persone con esiti di coma. Intensa, oltre a quella sanitario-riabilitativa e socio-assistenziale ed educativa, è l?attività di ricerca scientifica e di formazione. Riconosciuta Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS), segnatamente per i Centri di Milano e Firenze, oggi la Fondazione Don Gnocchi ha alle proprie dipendenze oltre 3400 operatori in 26 Centri, distribuiti in nove regioni. Riconosciuta dal ministero per gli Affari Esteri come Organizzazione Non Governativa (ONG) , promuove e realizza progetti anche nei Paesi in via di Sviluppo.

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