Sostenibilità
Il caos domina sovrano
File e disorganizzazione. Il presidente boliviano non riesce a intervenire e protesta
di Redazione
Il vertice Onu sul clima di Copenaghen sprofonda nel caos. Le autorita’ danesi e la sicurezza delle Nazioni Unite si sono rivelate completamente incapaci di gestire l’enorme numero di partecipanti, 15mila delegati cui si aggiungono in queste ore oltre 100 capi di Stato e di governo. Tra loro il presidente boliviano Evo Morales, che, secondo fonti della sua delegazione, all’inizio non e’ nemmeno riuscito ad intervenire alla conferenza. Il disordine e l’anarchia sono diventati i veri protagonisti del vertice sul clima. Gli organizzatori e le forze di sicurezza non riescono piu’ a gestire le 50mila persone che ogni giorno si recano al “Bella Center”, l’ex hangar modificato per ospitare il vertice, situato a 20 minuti dalla capitale. Ogni giorno interminabili file costringono delegati e giornalisti ad un’attesa che puo’ arrivare fino a nove ore, con temperature gelide che si abbattono su di loro, e senza nemmeno la certezza di poter entrare. I delegati dei Paesi in via di sviluppo, guidati da Brasile, Cina, India, Ecuador e Bolivia, hanno accusato di “mancanza di trasparenza democratica” le delegazioni dei Paesi ricchi. I brasiliani, poi, si sono lamentati di non essere nemmeno riusciti ad entrare nella sala dove avvenivano i negoziati a causa della disorganizzazione in cui versa il “Bella Center”.
“Esigiamo rispetto – ha intimato un membro della delegazione boliviana – Il presidente Morales era qui in sala, e voleva intervenire, ma a causa di questa condizione di mancanza di democrazia, non ha potuto farlo”. Durante una conferenza stampa prima dell’inizio dei lavori, Morales aveva espresso tutta la sua rabbia per come si sta svolgendo il vertice, bollando come “arrogante” la posizione dei Paesi ricchi. L’insoddisfazione degli emergenti e’ stata esasperata dall’accordo raggiunto questa mattina tra la maggior parte dei 192 Paesi partecipanti e che non sarebbe stato comunicato loro nei dettagli.”Qui le decisioni vengono prese di nascosto, nell’ombra, qualcuno qui ha un’agenda occulta”, ha denunciato un delegato cinese. Al caos organizzativo generale, si sono aggiunte anche le dimissioni del presidente del vertice, Conie Hedegaard, ex ministro danese dell’Ambiente, che ha lasciato l’incarico all’attuale premier Lars Lokke Rasmussen. Per gli organizzatori si tratta di “una normale procedura”, ma per alcune fonti le vere ragioni di questo gesto sono riconducibili alle forti critiche subite dalla Hedegaard per la sua gestione delle riunioni e al forte stress che avrebbe sofferto in questi giorni.
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