Welfare

Il cantiere carcere

Per rimediare al sovraffollamento cronico il ministro Alfano annuncia interventi di ampliamento per un totale di 5mila posti in più. Antigone: misure inutili

di Redazione

Cresce il sovraffollamento carcerario  con 57mila 187 detenuti su 43mila 262 posti disponibili. Anche se in realtà solo 37mila 742 sono veramente fruibili a causa di “varie inidoneita’ strutturali”. La soluzione? Innanzitutto più carceri. Ancora meglio ampliare e ristrutturare quelii esistenti. Lo ha detto in commissione Giustizia alla Camera il ministro della Giustizia Angelino Alfano. Il ministro ha spiegato che gli stanziamenti attuati negli anni precedenti al 2008 consentiranno in breve tempo di realizzare più di 5.000 nuovi posti in carceri nuove o ristrutturate. I primi 2.025 saranno realizzati grazie alla costruzione di nuovi padiglioni in istituti gia’ esistenti, di questi 1.215 potrebbero arrivare gia’ nel 2008. Altri 2.330 saranno costruiti ristrutturando precedenti strutture e in parte realizzando nuove carceri. Alfano ha spiegato che, in generale, il ministero tendera’ soprattutto a costruire nuovi padiglioni in carceri esistenti: «Sono realizzazioni piu’ celeri e piu’ economiche. Costruire un nuovo padiglione di 200 posti in un carcere esistente costa 10 milioni, realizzare un nuovo istituto ne costa 45».

Altri dati snocciolati dal ministro: i detenuti stranieri rappresentino il 38% della popolazione carceraria (“bisogna rendere piu’ efficace il meccanismo delle espulsioni”, ha osservato a questo proposito il Guardasigilli). In Italia sono operanti 205 strutture carcerarie capaci di ospitare 43mila 262 detenuti e che possono arrivare fino ad un massimo di 63mila 568 posti ‘tollerabili’. Attualmente i detenuti sono 57mila 187, di cui 21mila 366, pari al 38% del totale, stranieri provenienti da 150 paesi ma soprattutto da Marocco, Tunisia, Albania, Romania e paesi della ex Jugoslavia. Il sovraffollamento e’ un problema che pero’ non riguarda la popolazione carceraria femminile, in tutto 2mila 599 detenute, il 4% del totale, di cui 1.207 detenute madri. Per questa particolare fascia di popolazione carceraria il precedente governo aveva varato in via sperimentale forme alternative alla classica detenzione per le detenute con figli fino a 3 anni, con la casa di custodia attenuata di Milano. Il governo in carica conta di realizzare a breve strutture di questo tipo anche a Roma, Firenze, Venezia e Agrigento.

Oltre la metà delle strutture carcerarie del Paese, ha rilevato Alfano nella sua relazione dinanzi alla commissione Giustizia di Montecitorio, accusa il peso degli anni: indispensabili, quindi, interventi di manutenzione straordinaria, di ristrutturazione e di realizzazione di nuovi padiglioni e nuove strutture penitenziarie. Con le iniziative adottate nei mesi passati sono stati gia’ recuperati 485 posti; dalla ristrutturazione di padiglioni in numerose carceri su tutto il territorio (da Roma a Rieti, da Bergamo a Perugia, a Catanzaro) si potranno rendere disponibili altri 1.270 posti; altri 575 si recupereranno con interventi a Massa, Rimini, Trani, Napoli e La Spezia. Nei prossimi mesi si recupereranno complessivamente 2mila 330 posti ed entro il prossimo triennio saranno disponibili ulteriori 2mila 100 posti.

Non secondario il problema della carenza di personale: 45mila 121 il numero delle unita’ di polizia penitenziaria necessarie, il buco di organico e’ di 4mila 171 unita’. Quanto al personale dei ministeri interessati, la carenza e’ di 2mila 535 unita’, e 16 sono le figure dirigenziali in meno rispetto alle 300 necessarie. “Insufficienze -ha detto il ministro- che rendono critica l’operativita’ di tutte le realta’ penitenziarie presenti sul territorio”. Significative anche le cifre che riguardano la posizione processuale dei detenuti: 16mila 179 sono quelli in attesa del primo grado di giudizio, 9mila 782 coloro che sono ricorsi in appello, 3mila 544 quanti hanno fatto ricorso in Cassazione, 1.669 i detenuti con posizione ‘mista’, 24mila 285 i condannati con sentenza definitiva, 1.597 gli internati e 131 i detenuti per i quali ancora occorre registrare la posizione. Cifre che indicano come solo il 39% del totale dei detenuti abbiano, secondo i dati aggioranti al 14 agosto scorso, una posizione definitiva. Una fonte di spesa non indifferente e’ quella del “frenetico turn over”, come lo ha definito il Guardasigilli, dei detenuti, ossia il flusso in entrata e in uscita dal carcere. Una situazione che l’indulto del 2006 ha mutato solo per poco tempo facendo registrare effetti provvisori. Quanto ai detenuti in regime di 41 bis, complessivamente sono 585, di cui solo 6 le donne. Il primato spetta alla camorra, con 204 detenuti, seguita da Cosa nostra con 180 e dalla ‘ndrangheta con 105. Tre i detenuti in regime di 41 bis legati al terrorismo. In diminuzione il numero dei collaboratori di giustizia, passati da 9 a 7. Nel 2007 sono state annullate 59 delibere per il 41 bis, 14 le impugnazioni dei magistrati.

Dura la reazione di Antigone, associazione in prima linea sul fronte carcere. Dichiarazione di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone. Secondo il presidente Patrizio Gonnella tutte le misure proposte dal ministro sono “prive di alcuna efficacia rispetto al sovraffollamento. Va comunque detto che quanto meno il ministro ha raggiunto la consapevolezza che il problema esiste”.

“Sappia però”, dice ancora Gonnella, “che le proposte di legge sull’immigrazione (reato di clandestinità voluto da Maroni), sulla prostituzione (voluto dalla Carfagna), sui writers, sulla abolizione della liberazione anticipata (voluta da Berselli) porteranno nelle carceri decine di migliaia di nuovi detenuti. Le galere scoppieranno e le rivolte si susseguiranno, come negli anni settanta. Il ministro della giustizia prenda coraggio e dica ai suoi colleghi che sono pericolosi e facinorosi dilettanti della sicurezza.”

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