Portabilità del numero telefonico. Una possibilità di cui hanno goduto molti italiani (circa 14 milioni di utenze), che hanno così potuto cambiare operatore senza modificare il proprio numero di telefono mobile. Ma che si è rivelata, sovente, meno semplice del previsto. Oltre agli aspetti normativi, il problema è a volte la lentezza degli operatori nell’evadere le richieste. Per questo l’Agcom – Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, con una delibera pubblicata sul sito internet il 28 dicembre (17/06/CIR) ha dettato nuove regole per velocizzare la procedura. Spinta anche dall’incremento di richieste dovuto all’ingresso sul mercato italiano delle tlc dei nuovi Mvno (Poste, Coop, Carrefour, ecc.), l’Agcom ha deciso di intervenire sul numero minimo di richieste che gli operatori donanti, quelli di provenienza dell’utente, devono evadere quotidianamente.
Attualmente il numero è fissato in 9mila unità per i quattro grossi player italiani – Tim, Vodafone, Wind e 3 – ma verrà portato a 12mila per i primi due, mentre per gli altri ci sarà l’obbligo di comunicare all’Agcom, entro il 10 di ogni mese, il numero medio di richieste pervenute. Se tale numero supererà le 8mila unità, nel mese successivo il numero minimo dovrà essere di 12mila.
Un modo per sveltire la procedura e fare fronte ai molti ritardi lamentati dagli utenti che hanno affrontato il cambio di gestore con il mantenimento del numero. Cosa che di fatto era un ostacolo a una reale concorrenza tra gli operatori. L’Autorità scrive infatti nella delibera che «l’attuale capacità giornaliera di evasione degli ordini di portabilità, pari a 9mila, ha evidenziato, anche in precedenza, la possibilità di creare arretrati di lavorazione, con conseguenze negative sulla qualità del servizio reso agli utenti, in particolare nel caso che l’operatore donating sia Telecom Italia spa o Vodafone Omnitel NV, vale a dire gli operatori che dispongono del numero di utenti più rilevante, mentre la medesima capacità di evasione ha mostrato di essere al momento adeguata a soddisfare le richieste di portabilità degli utenti nel caso che l’operatore donating sia H3G spa o Wind Telecomunicazioni spa, i quali ricevono giornalmente un numero di richieste di portabilità significativamente inferiori – dell’ordine della metà – della capacità che sono tenuti a mettere a disposizione».
Inoltre, argomenta l’Autorità, «l’inadeguatezza delle capacità di evasione degli ordini di portabilità rispetto alle esigenze del mercato comporta un danno concreto ed attuale per i consumatori che vedono allungarsi i tempi occorrenti per l’attivazione della prestazione richiesta».
«Nel termine di trenta giorni dalla notifica del presente provvedimento, gli operatori mobili Telecom Italia spa e Vodafone Omnitel NV assicurano una capacità giornaliera di evasione degli ordini, in qualità di donating, pari ad almeno 12mila unità», delibera dunque l’Autorità. «Tale capacità è da intendersi in termini di potenzialità minima da assicurare, in modo paritario, nei confronti delle richieste provenienti dagli operatori recipient». Ovviamente per chi non si adeguasse a tale delibera, sono previste sanzioni dalla normativa vigente.
La delibera affronta anche il tema degli operatori virtuali (Poste, Coop, Carrefour, ecc.). È stato deciso di avviare un procedimento «volto a rivedere le norme relative alla portabilità del numero mobile, incluse le disposizioni del presente provvedimento, con riferimento agli aspetti sia economici sia tecnici, e i modelli di interazione tra tutti gli operatori, per tener conto dell’ingresso nel mercato degli operatori mobili virtuali (MVNO ed ESP), nonché a rivedere conseguentemente i modelli di comunicazione verso l’Autorità in uso, allo scopo di definire un modello unico da utilizzare per fornire tutte le informazioni.
www.agcom.it/
provv/d_126_07_CIR.htm
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.