Non profit
Il calcio preso a calci
Lo scandalo scommesse travolge lo sport nazionale
La sensazione è che questa inchiesta sulle scommesse truccate nel calcio sia destinata ad allargarsi sempre più, coinvolgendo un buon numero di squadre anche della massima serie, e di calciatori “professionisti”. Una vicenda squallida e grave, ma sintomo di un fenomeno evidentemente molto più diffuso di quanto si potesse immaginare. E i giornali stanno seguendo le notizie con molto rilievo.
In un prima pagina dominata dalla lettera del Presidente Napolitano sul tema della morte dei migranti (“Una reazione morale contro l’indifferenza”, il CORRIERE DELLA SERA colloca a centro pagina, ma con grande rilievo, l’argomento: “Così la camorra scommetteva”, e in sommario: “Una telefonata: «Il Siena ha pagato per vincere»”. Servizi da pagina 9 a pagina 11. In prima partono anche due pezzi di appoggio: “L’accusa di Gianni Rivera «Ingordi che si credono eroi»”, e il commento di Dario Di Vico: “Un sistema senza coraggio” che prosegue a pagina 32. Partiamo dalle notizie. Claudio Del Frate scrive a pagina 9: “ Il sospetto è stato messo nero su bianco da più di uno degli arrestati nello scandalo delle partite truccate che la magistratura di Cremona sta svelando: anche l’Atalanta, intesa come società, sarebbe stata al corrente che alcuni risultati della squadra nella stagione in corso sarebbero stati pilotati. Sono le stesse ombre che alcune intercettazioni telefoniche allungano sul Siena, assieme ai bergamaschi fresco di promozione in serie A; su quelle ombre ora la Procura e la Squadra Mobile di Cremona intendono effettuare verifiche. Il tutto mentre prosegue il lavoro sulle carte già all’attivo dell’inchiesta e sugli indagati che — lo si è appreso ieri — sono 44 tra persone in carcere e a piede libero”. E nel pezzo di taglio, sempre a pagina 9, aggiungono Andrea Galli e Giuseppe Guastella: “ Il blocco di indagati accusati di associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva non cambia. I nuovi indagati avrebbero avuto essenzialmente un ruolo nell’organizzazione delle singole partite manipolate. Nell’elenco, presente negli atti allegati all’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip di Cremona Guido Salvini e messi a disposizione delle difese, ci sono le conferme di Cristiano Doni, Stefano Bettarini— avrebbe partecipato alle scommesse per due partite sapendo che erano truccate— e del difensore del Piacenza Carlo Gervasoni. Gervasoni, allora alla Cremonese, fu vittima di un incidente nel novembre 2010 dopo la partita contro la Paganese. Andò a sbattere a bordo della sua Audi Q7. Si addormentò alla guida perché, sostiene l’accusa, era stato drogato insieme ad altri compagni di Minias. Fra i nomi nuovi c’è tanto Ravenna: il presidente Gianni Fabbri, il vicepresidente Antonio Ciriello, il mister Leonardo Rossi, l’allenatore dei portieri Nicola Santoni. Sarebbero quattro le gare del Ravenna truccate”. E a pagina 10, da Napoli, Fulvio Bufi: “Non fu un caso, e non fu soltanto perché la sua vita napoletana fuori dal campo era con poche regole e con meno freni, che Diego Armando Maradona finì nella vasca da bagno a forma di ostrica del boss Luigi Giuliano di Forcella. La camorra ha sempre avuto una forte fascinazione verso i calciatori, e non poteva non averne verso il più grande, se più di vent’anni dopo ne ha avuta verso uno che altrettanto grande non è, come Mario Balotelli, condotto un anno fa in visita guidata alle piazze di spaccio di Scampia e autorizzato, da chi quelle piazze le gestisce e le controlla, anche a scattare foto ricordo di tossici in fila e pusher all’opera. Potrebbe essere solo un’altra pagina del già voluminoso libro contenente tutti i guai e le fesserie combinati dall’attaccante italiano in forza al Manchester City, ma in realtà è anche un passaggio di una informativa dei carabinieri redatta nell’ambito di una indagine sul ruolo della camorra nel calcioscommesse a Napoli”. Marco Imarisio raccoglie lo sfogo di Gianni Rivera: “Ai ragazzi del settore giovanile scolastico della Federazione, del quale è responsabile, come la racconta? «Come la storia di una punizione esemplare. La magistratura sportiva ha il pregio di essere quasi sempre veloce. In questo caso deve esserlo, per forza» . Come evitare un bis? «Cominciamo a eliminare le partite inutili. I campionati a 20 squadre sono una follia, e producono troppe zone d’ombra. Meglio ridurre. In attesa di cambiare le teste, impresa che richiede tempo, teniamo lontane le tentazioni»” . A pagina 11 le reazioni dell’atalantino Doni e le scuse di Mario Balotelli, dopo le rivelazioni sulla sua visita a Scampia scortato dai boss della camorra: “Non sapevo chi fossero quelli”… Infine il commento di Dario Di Vico, ineccepibile: “Con i flussi di scommesse che si indirizzano persino su singoli match di provincia serve un salto di qualità nell’azione di controllo. Forse una piccola Consob come ha chiesto Damiano Tommasi (Aic), sicuramente un’azione pedagogica delle autorità che dichiarino tolleranza zero verso l’omertà. Tutti speriamo che lo scandalo partito da Cremona resti limitato ai nomi e ai personaggi emersi finora, però è evidente che l’intero bilancio del calcio italiano sia a rischio default. Aumentano i debiti, diminuisce la competitività sportiva e cresce il sottobosco dell’illegalità. Urge quindi una risposta sul piano etico ma anche su quello economico-finanziario. Ci sono troppe società professionistiche nel nostro calcio e i club mantengono rose di calciatori che definire bulimiche è un eufemismo. In media una squadra di A o di B paga (profumatamente) la bellezza di 38 giocatori. Fino a quando, cari Abete e Petrucci, pensate che si possa andare avanti così?” .
LA REPUBBLICA in taglio centrale riferisce delle “Partite truccate, ora si indaga su Roma, Fiorentina, Genoa” (l’apertura è politica: “Governo, le condizioni di Bossi sì di Berlusconi o voto anticipato”). I servizi sull’inchiesta alle pagine 14 e seguenti. Sono cinque le squadre di serie A al centro delle partite truccate. Lo avrebbe rivelato Mario Pirani, dentista e anima dell’associazione che truccava i risultati. Non le uniche compagini su cui indaga la Squadra mobile di Cremona, del resto. Oltre a queste cinque, anche Siena e Bologna nel mirino dei poliziotti. Al momento nessuno è indagato, ma la procura sta cercando riscontri. Un sito austriaco di bookmaker ha in mano un dossier di 15 partite (serie A e B) sulle quali si sono registrati flussi anomali: «partite nelle quali si sono registrate puntate molto importanti, con milioni di euro. Puntate che non si sono fermate anche quando abbiamo abbassato la quota», spiega il responsabile del sito. Per quanto riguarda le reazioni c’è stato un summit Abete – Petrucci: pene dure, processo breve e condanne esemplari. Soprattutto fare in fretta (il consiglio federale della Figc accorcerà i tempi). Tra le iniziative ipotizzare, un tavolo con i bookmaker (perché segnalino fatti sospetti) e la revisione del sistema di scommesse (si cerca di limitare le puntate solo sul risultato finale). In appoggio intervista a Cristiano Doni, capitano dell’Atalanta. «Mi stanno infangando. Il mio nome e quello dell’Atalanta sono quelli mediaticamente più forti. Che fanno più clamore. Gli altri calciatori arrestati o indagati o sono ex o sono pesci piccoli»; «sono tranquillo e so di non avere fatto quello di cui mi si accusa». Segue un approfondimento che fa il punto sull’inchiesta: è emerso che un uomo della Procura federale era al corrente da un mese delle indagini, ma ha preferito consigliare ai protagonisti di «risolversela da soli». Nelle pagine sportive, infine, “Balotelli a spesso con la camorra”. Il giocatore è stato visto con due uomini del clan a Scampia. Si difende dicendo «non sapevo chi fossero». In compenso ieri è stato visto a Gardaland…
IL GIORNALE dedica spazio in prima pagina, taglio basso, al calcio scommesse. “Si indaga sulle partite del Napoli. Siena nei guai: pagò il Sassuolo”. «Il filone napoletano dell’inchiesta sul calcio scommesse mette nel mirino alcune partite del Napoli. Da Cremona ecco i nomi delle big su cui si indaga: Genoa, Roma, Fiorentina, Cagliari e Lecce. Bufera al Siena: “pagò il Sassuolo”». Gian Marco Chiocci e Simone Di Meo firmano “Le intercettazioni dei Cannavaro. Tre le partite sospette del Napoli”. «Per due volte i carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna, in provincia di Napoli, mentre indagano sui bookmaker della camorra ascoltano la voce di Fabio e Paolo Cannavaro, il primo capitano della nazionale campione del mondo, il secondo del Napoli. In entrambi i casi, i fratelli parlano con il loro procuratore Enrico Fedele, la cui utenza telefonica è stata messa sotto controllo dalla Dda partenopea nell’ambito di una inchiesta sul calcio scommesse gestito dal potente clan degli Scissionisti, inchiesta – è bene ribadirlo – in cui i due fratelli non sono coinvolti». Indagine da cui emergono anche «tre partite del Napoli (Napoli-Cagliari, Chievo-Napoli e Napoli-Parma) che, pur non presentando alcun profilo di illecito penale, sono state comunque segnalate alla procura federale della Figc per eventuali illeciti sportivi». Riccardo Signori invece firma “Calcio inquinato: l’occasione persa per fare pulizia”. «Se n’è accorto anche Filippo Beatrice, il pm di Napoli che ha condotto l’inchiesta di Calciopoli. Lo ha detto con l’animo del tifoso, l’osservazione semplice, non semplicistica: il calcio doveva avere il coraggio di azzerare tutto, ma non è successo. Dai mitici anni ottanta, in modo ciclico, ci rituffiamo nel marcio e nel marciume: scandali, giocatori truffaldini, dirigenti da ufficio inchieste, arbitri comprati o quasi, schede telefoniche. Ogni volta ci domandiamo: ma la federazione? La risposta non cambia mai: è rimasta a guardare. Non c’era e se c’era non sentiva. O peggio: intuiva, ma non aveva armi.
Strano, vero? Non siamo più alla sorpresa. Per avere dubbi basta guardarsi le partite di fine stagione, ascoltare i pissi-pissi, dare un’occhiata alle scommesse e alle agenzie che le gestiscono. Quest’anno sono arrivate numerose segnalazioni. Da anni la musica(stonata) non cambia. E da anni ce la raccontano sempre come una sorpresa». Signori non risparmia critiche al gota calcistico «Sembra di scherzare, ma non dimentichiamo che qui stiamo parlando di attori, protagonisti e personaggi finiti, chi più, chi meno, in tutti i calderoni calcistici. Abete c’era quando c’erano Moggi e compagnia. Franco Carraro è rimasto a galla in qualunque mare. La lista è ricca di nomi anche di secondo piano. Il calcio scommesse «anni ’80» ha permesso di vivere e sopravvivere ai protagonisti. Bruno Giordano vive ancora in questo mondo, Manfredonia ci prova, Paolo Rossi fa il commentatore, solo Felice Colombo, ex presidente del Milan, non si è più affacciato». “Ecco le cinque big sotto la lente della Procura” di Luca Fazzo spiega «Si tratta di Roma, Fiorentina, Genoa, Cagliari e Lecce. I «pentiti» fanno pochi esempi concreti di partite truccate dalle squadre dell’elenco. Tra questi, ci sarebbe l’incontro tra Genoa e Roma del 20 febbraio scorso, finito con un rocambolesco 4-3: è la partita di cui si era già parlato in occasione delle indiscrezioni (pubblicate dai giornali e fulmineamente smentite dagli inquirenti) sui presunti contatti tra i clan delle scommesse e il capitano giallorosso Daniele De Rossi. Rombi di tuono in avvicinamento sul calcio italiano, insomma. E, nascosta tra le pieghe dell’indagine, spunta una storiella che la Procura di Cremona sta valutando con attenzione, perché coinvolge un altro organo inquirente: la procura federale della Figc, che – stando ad un rapporto di polizia – da un certo momento in avanti sapeva perfettamente cosa accadeva a Cremona e dintorni». Noto ormai anche l’elenco degli indagati, “Sono 36 i calciatori (ed ex) intercettati” di Gian Mario Chiocci e Massimo Malpica. «Calciatori noti e meno noti, in attività o «in pensione», tutti presi a chiacchierare con i protagonisti dell’inchiesta cremonese sul calcio sporco». L’elenco è lungo: «gli “ex” Signori, Bettarini, Bellavista e Bressan, ai quali si aggiungono Michele Cossato (lunghi trascorsi tra A e B), Alessandro Ettori (ex Modica, C/2), Daniele Deoma (ds del Bellaria, già difensore ad Ascoli), Nicola Santoni (ex portiere del Palermo). Agli arresti, o indagati, anche calciatori in attività. Come il kafkiano portiere Marco Paoloni, il capitano dell’Atalanta Cristiano Doni, Vittorio Micolucci, Alex Pederzoli e Vincenzo Sommese dell’Ascoli, Carlo Gervasoni del Piacenza, Daniele Quadrini del Sassuolo, il centrocampista del Sapri Ivan Tisci, che ha giocato quasi 20 anni tra A, B e C, l’attaccante del Chiasso Almir Senan Gegic, presunto capo degli “zingari”, il portiere del Portogruaro, Claudio Furlan. Una rosa di diciotto, senza contare il portiere di calcio a 5 Tuccella e l’allenatore del Ravenna, Leo Acori. Ma non è finita qui. Dalle carte dell’inchiesta di Cremona saltano fuori altri nomi, certamente in contatto con la “cupoletta”».
LA STAMPA opta per un piccolo richiamo in prima pagina sullo scandalo che ha travolto il mondo del calcio, approfondendo con ampi servizi da pagina 8 a pagina 11. In primo piano le nuove scosse dell’inchiesta sulle scommesse che tirano in ballo il Siena. E intanto, scrive un pezzo dell’inviato a Firenze, si sta pensando a una task force anti-truffa dove far pervenire le segnalazioni dei Monopoli di Stato sui flussi anomali di giocate. A pagina 11 un affondo sull’Atalanta, con il capitano Cristiano Doni che respinge le accuse. Doni è tra i fondatori del sindacato Anc, nato quando si è spaccato il sindacato unico dei calciatori: «Io con tutta questa cosa non c’entro» ha detto agli iscritti, «ho dei valori morali da cui non ho mai derogato».
E inoltre sui giornali di oggi:
POSTE
CORRIERE DELLA SERA – A pagina 23: “Poste, prove di normalità dopo i tre giorni di disagi”. Scrive Mariolina Iossa: “È accaduto che ha mal funzionato un software nuovo sui sistemi centrali Ibm sui quali si appoggiano le attività degli uffici postali, un software che dovrebbe velocizzare e facilitare le attività dell’impiegato al computer. Le Poste dicono che, comunque, nonostante i disagi, sono state effettuate nei tre giorni «incriminati» sei milioni di transazioni, il pagamento di oltre 180 mila pensioni e l’accettazione di oltre un milione e duecento mila bollettini. Sarà, ma quasi una persona su due non è riuscita a fare nulla alla Posta in quei giorni e dopo ore di attesa se n’è dovuta tornare a casa. Intanto le associazioni di consumatori, a fianco di chi, per esempio, aveva scadenze improrogabili o doveva inviare una domanda di partecipazione ad un concorso o doveva pagare una multa entro quel giorno pena il raddoppio della spesa, danno le dritte per cercare di ottenere il risarcimento, anche in mancanza di una forse improbabile class action. Adusbef spiega che «la strada da seguire è quella della messa in mora individuale. Ognuno può fare una raccomandata con ricevuta di ritorno indirizzata alle Poste in cui fa presente cosa è accaduto, magari inserendo in busta anche fotocopia dei numerini che ha preso per fare le file e precisando al centesimo i danni subiti. Quindi intima il pagamento entro 15 giorni, altrimenti si rivolgerà alle autorità giudiziarie»”.
WELFARE
IL SOLE 24 ORE – «La fibrillazione delle amministrative è passata, ma i problemi dei Comuni rimangono. Spiccano le fosche prospettive del welfare locale dovute alle decisioni sulla protezione sociale assunte dal Governo nell’ambito degli interventi di riduzione della spesa». Lo dice Cristiano Gori nel suo “Troppi sacrifici al welfare in Comune” a pagina 15. Un’inchiesta – si fa per dire – sulle politiche sociali, oggetto secondo il SOLE 24 ORE ai tagli decisi dal governo Berlusconi. «Le risorse sono state decurtate in misura significativa a un’unica area del welfare, le politiche sociali dei Comuni. È accaduto a entrambe le loro linee di finanziamento: i trasferimenti indistinti diretti alle municipalità – nel 2011 il taglio dovrebbe essere intorno a 1 miliardo di euro, nel 2012 e 2013 di 2,5 miliardi di euro annui – e i fondi sociali alle Regioni, che poi li distribuiscono ai Comuni, in calo da 2.228 milioni di euro nel 2008 a 158 nel 2013». Di per sé non una catastrofe se paragonata alla spesa nazionale per il welfare, ma «Nella realtà i tagli sono poi diventati selettivi – scrive Gori – Una selettività, però, guidata non dalle scelte politiche, bensì dalla capacità di pressione di soggetti organizzati e lobby. I tagli sono stati portati avanti, infatti, solo laddove non si sono incontrate resistenze abbastanza forti».
GOVERNO
LA STAMPA – “Formigoni: subito riforme economiche ma tutti insieme”. LA STAMPA intervista il governatore della Lombardia in un primo piano a pagina 3, che parla di primarie e di riforme economiche «da fare con uno spirito collegiale che finora non c’è stato». Sulla riorganizzazione del Pdl dice che dovrebbe «procedere da subito con l’elezione di coordinatori cittadini e provinciali, per avviare una stagione congressuale che culmini in un congresso vero da tenere all’inizio del prossimo anno». Per quanto riguarda la leadership del partito «se Berlusconi resta in campo, le primarie si possono evitare. Viceversa sarebbe un buon metodo di selezione dei candidati a patto che vengano ben regolamentate. E in quel caso anch’io mi candiderei».
TASSE
ITALIA OGGI – Apertura in prima “Cedolare secca, ora di parte” e tre pagine di approfondimenti sulla nuova tassazione dei redditi immobiliari con aliquota al 21% o al 19%. Oltre il focus con i dettagli relativi a cos’è la cedolare secca, quali imposte sono comprese, a quali tipologie si può applicare, chi può optare e come si esercita la cedolare secca, anche un commento di Marino Longoni, secondo il quale «il punto più interessante di tutta l’operazione è la possibilità che la cedolare secca diventi una sorta di prova generale della riforma fiscale sempre promessa da Berlusconi ai suoi elettori e mai nemmeno abbozzata».
NUCLEARE
IL SOLE 24 ORE – Fra le alternative all’energia nucleare (in attesa del referendum e non solo) sembra prendere quota l’idea id uno sviluppo sul gas. Lo racconta Jacopo Gilberto in apertura allo speciale “Energia & Impresa”. E lo conferma Marco Carta in “Italia hub europeo al centro del Mediterraneo” sulla stessa pagina.
PALESTINA
LA STAMPA – “Golan, fuoco israeliano sui palestinesi: è strage”. Foto e titolo in prima pagina per gli scontri avvenuti ieri al confine con la Siria nel 44esimo anniversario della “Naksa”, la sconfitta degli eserciti arabi nella guerra dei sei giorni del ’67. «Israele si è trovato costretto a misurarsi con la nuova “arma segreta” del mondo arabo: le masse di dimostranti, per lo più disarmati, determinati a travolgere (come al Cairo, a Tunisi e a Sanaa) quanto si pari loro davanti» scrive Aldo Baquis da Tel Aviv. «Ieri l’obiettivo da abbattere erano i reticolati di frontiera sulle alture occupate del Golan».
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