Volontariato

Il cacciabombardiere come feticcio

di Pasquale Pugliese

la neolingua

Una nota informativa del Gruppo PD del Senato, circolata in preparazione del voto sui cacciabombardieri Joint-Strike-Fighter-F-35, così descrive questo aereo da guerra: “l’F-35 è un caccia multiruolo di quinta generazione, con uno spiccato orientamento per l’attacco aria-suolo e dotato di tecnologia Stealth, ovvero a bassa osservabilità da parte dei sistemi radar. Il velivolo può essere impiegato in diverse missioni, tra cui interdizione di profondità, soppressione dei sistemi d’arma avversari, offensiva e distruzione delle forze aeree avversarie, attacco strategico, supporto tattico alle forze di superficie”. Niente di quanto affermato lascia intendere – a chiunque sia dotato di una capacità di base di comprensione della lingua italiana – che possa trattarsi di uno strumento di “difesa della Patria” (art. 52 Cost.) – semmai di attacco alle patrie altrui – tanto meno di un mezzo per fare…la pace (art. 11 Cost.).

Tuttavia, esercitandosi nell’orwelliana neolingua – ormai diffusa in Italia da oltre un ventennio- per la quale “la guerra è pace” e “la difesa è attacco”, la sottosegretaria PD alla Difesa Roberta Pinotti continua a sostenere che “dal programma F35 non si esce” perché ne va della stessa esistenza di “un sistema di difesa in Italia” (l’Unità, 8 luglio 2013), facendo eco al suo Ministro di riferimento Mario Mauro (Scelta Civica) che, subito dopo il voto alla Camera, si era lanciato nell’ormai famigerato assioma che “per amare la pace bisogna armare la pace”.

giocattoli e ramoscelli d’ulivo

Affermazioni ossessivamente reiterate, ma talmente surreali se riferite agli F-35 da suscitare l’ilarità anche del direttore di Analisi Difesa Gianandrea Gaiani il quale (proprio sotto una pubblicità di Finmeccanica bene in vista, a dimostrazione che non si tratta certo di un covo di pacifisti) ironizza così sulle parole del ministro: “in attesa di conoscere quante tonnellate di ramoscelli d’ulivo o giocattoli o caramelle potrà imbarcare nella sua capace stiva il rivoluzionario F-35P (dove P sta ovviamente per pace) ci permettiamo di consigliare ad Aeronautica e Marina di tinteggiare in modo adeguato i velivoli con livree consone ai compiti da espletare, con i colori della bandiera della pace oppure con sfondo verde prato con margherite e colombe”. Aggiungendo poco più avanti – a commento di un’intervista all’ineffabile ministro Mauro, nella quale per l’ennesima volta ribadisce che i caccia servono per fare la pace – che “Mauro è riuscito a parlare di un bombardiere concepito per l’attacco preventivo, o meglio per il “first strike” (anche nucleare) sul territorio nemico nel quale dovrebbe penetrare invisibile ai radar, senza mai usare parole che potrebbero far pensare alla guerra. Uno sforzo lessicale teso a cancellare ogni forma di trasparenza che fa sorridere tenuto conto pure i bambini sanno che il JSF rimpiazzerà Tornado, Harrier e Amx, guarda caso gli stessi jet che hanno lanciato oltre 700 bombe e missili sulla Libia più molte altre in passato su Kosovo, Bosnia, Iraq e più recentemente sull’Afghanistan. Non sarebbe stato più serio e trasparente affermare che quei velivoli ci servono per bombardare il nemico insieme ai nostri alleati, o meglio bombardare quei nemici che la “comunità internazionale” ci indicherà?”

 feticisti o stegoni?

A questo punto, continuare ad affermare contro ogni evidenza, in oltraggio all’intelligenza ed alla lingua italiana, che quello dei caccia sia uno strumento di difesa – anzi addirittura un “operatore di pace” – vuol dire spacciarlo alla stregua di un oggetto magico, capace di realizzare, attraverso una miracolosa etorogenesi dei fini, il contrario (la pace) di ciò per cui è programmato (la guerra). Ossia tecnicamente un feticcio, secondo la definizione che ne fornisce l’enciclopedia Treccani: “oggetto inanimato al quale viene attribuito un potere magico o spirituale. Il vocabolo, adottato nel 16° sec. dai navigatori portoghesi (feitiço) per designare gli idoli e gli amuleti che comparivano nelle pratiche cultuali di popoli indigeni africani, fu esteso successivamente a qualsiasi oggetto ritenuto immagine, ricettacolo di una forza invisibile sovrumana”. Chi ne subisce il fascino è, tecnicamente, un feticista, chi ne amministra il culto uno stregone. Il primo è, tutto sommato, un manipolato; il secondo un consapevole manipolatore che, facendosi considerare legato a forze sovraumane, alimenta un ingannevole sistema di credenze. Ecco, attraverso il feticcio del cacciabombardiere si sta realizzando il più gigantesco inganno sistematico ai danni dei cittadini italiani e della loro Costituzione.

Da lunedì 15 luglio comincerà al Senato della Repubblica la discussione delle mozioni sul programma degli F-35 che porterà ad un nuovo voto, già stato dichiarato inutile dal Consiglio supremo di difesa. Da giovedì 18 luglio comincerà a Cameri di Novara l’assemblaggio del primo feticcio, ma la cerimonia di inaugurazione intorno al totem è stata rinviata dagli stregoni a data da destinarsi.

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