Sostenibilità
Il business è verde
Un studio WWF, Greenpeace e Legambiente: «Le energie alternative possono farci uscire dalla crisi»
«Sulle rinnovabili il governo punti più in alto, l’Italia ha tutte le potenzialità per farlo». In un appello congiunto, WWF, Greenpeace e Legambiente hanno presentato in conferenza stampa le loro proposte su energia verde e clima. Le richieste: obiettivi più ambiziosi rispetto a quelli previsti nel Piano d’Azione Nazionale sulle rinnovabili, e l’innalzamento al 30% dell’obiettivo europeo di riduzione dei gas serra.
Rinnovabili: obiettivi più ambiziosi
Secondo le tre organizzazioni ambientaliste – che hanno analizzato i dati forniti dalle associazioni di settore e dallo stesso ministero dello Sviluppo economico – l’Italia avrebbe tutte le potenzialità per fare delle rinnovabili il perno di una nuova politica energetica in grado di ridurre la dipendenza dall’estero e dalle fonti fossili. WWF, Greenpeace e Legambiente hanno sottolineato come sia possibile «fare a meno di importazioni di energia elettrica rinnovabile, come invece previsto dal Piano del governo per il raggiungimento degli obiettivi europei, con benefici evidenti in termini economici, ambientali e occupazionali dalla spinta alla realizzazione di impianti sul territorio italiano». Le fonti rinnovabili, ricordano le associazioni, possono essere uno straordinario strumento per uscire dalla crisi, ma, dicono, gli obiettivi non bastano: «C’è bisogno di strumenti adeguati, come interventi sulle reti elettriche e finalmente un quadro di regole certo per le autorizzazioni degli impianti, oltre a chiarezza sugli incentivi». Bene l’intervento previsto dal Piano sugli incentivi, «ma ora ci aspettiamo dal governo coerenza rispetto a questi impegni a partire dai certificati verdi, a cui l’attuale manovra economica toglie ogni futuro, dal conto energia per il solare fotovoltaico e dalla detrazione del 55% per il solare termico che scadono a dicembre, su cui si continua a non avere certezze».
Lo “scenario verde” e lo “scenario x-max”
Due gli scenari previsti dallo studio delle tre organizzazioni: secondo uno scenario “verde”, al 2020 le energie rinnovabili potrebbero produrre 152 TWh solo nel comparto elettrico (contro i 119 TWh indicati dal governo) e arrivare nel complesso a garantire 28 Mtep di energia primaria, contro i 22,3 Mtep stimati dal Piano d’Azione. E se al 2020 i consumi finali di energia elettrica dell’Italia si attestassero a 366 TWh, così come stimato dal governo nel Piano d’Azione, le rinnovabili potrebbero coprire addirittura il 41,5% del consumo finale di elettricità. Nel caso dello scenario a maggiore efficienza energetica, invece, che è quello da assumere come obiettivo secondo le tre associazioni ambientaliste, la quota salirebbe al 45%. Se infine si assumono tutti i valori massimi presentati dalle diverse associazioni industriali di settore, la quota delle rinnovabili salirebbe a oltre il 48% .
Gas serra, obiettivo 30%: si può fare
Sulla base dei dati del documento sul Clima, WWF, Greenpeace e Legambiente chiedono al governo di non ostacolare l’obiettivo europeo di riduzione dei gas serra di almeno il 30% entro il 2020. Se al 2008 l’Europa aveva già ridotto le emissioni dell’11,3%, anche per effetto della crisi economica, l’obiettivo di riduzione del 20%, sostengono le associazioni, non fornisce una sufficiente spinta all’innovazione tecnologica e industriale e, anzi, costituisce un rallentamento del trend storico di riduzione delle emissioni. «La scelta di osteggiare un accordo per l’aumento delle ambizioni a livello europeo non fa che danneggiare l’interesse del Paese, sia nella prospettiva di impegno nella lotta ai cambiamenti climatici che in quello di trasformare questa necessità in un grande investimento nel futuro che può aiutare l’innovazione e la competitività del Paese nel quadro della nuova economia».
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