Disabilità a scuola

Il bullismo verso i bimbi con disabilità non sia ineluttabile

Esiste una corrispondenza stretta – nota anche se poco esplorata – tra bullismo e disabilità. Un fenomeno che non riguarda solo gli attori principali, ovvero il “bullo” e la “vittima”, ma l’intero contesto. Il progetto Inclusi fa luce su queste esperienze, individuando del docente l'elemento dirimente

di Sabina Pignataro

Nell’immaginario collettivo la prima vittima di bullismo è il bambino con disabilità. Alcune sue caratteristiche, come evidenzia la letteratura a riguardo – possono essere utilizzate per differenziarlo, separarlo dal gruppo di pari. Eppure, il fenomeno del bullismo legato alla disabilità è ancora poco indagato. Lo sottolinea Giovanni Merlo, direttore di Ledha (Lega per i diritti delle persone con disabilità).

«Nelle statistiche ufficiali i bambini e i ragazzi con disabilità sono ‘invisibili’, eppure qualsiasi condizione di disabilità espone lo studente a un maggior rischio di essere vittima del bullismo, in particolare in quei contesti classe in cui non si creano le condizioni per comprenderla».

Il progetto “Inclusi. Dalla scuola alla vita, andata e ritorno”, selezionato dall’impresa sociale “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, punta a colmare questa miopia. Le organizzazioni partner hanno condotto un’indagine nel campo inesplorato della stretta corrispondenza tra bullismo e disabilità da cui è emerso che «i ragazzi da un lato si rendono conto che troppo spesso sottovalutano il problema, e dall’altro cercano negli insegnanti una soluzione».

Scarica il report Bullismo e disabilità. Dati e conoscenze utili a promuovere la prevenzione

Dall’indagine è emerso che sono proprio gli insegnanti, nel ruolo di educatori, a giocare un ruolo fondamentale nella prevenzione e nel contrasto del bullismo in classe.

I ragazzi credono che gli insegnanti possano fare la differenza e chiedono loro di intervenire non con un atteggiamento punitivo ma impegnandosi in una vera educazione alla diversità e di superare lo stereotipo del ‘bullo cattivo’ e della ‘vittima indifesa’. È questa infatti una rappresentazione che, anche quando si fonda su dati reali, si rivela inadeguata perché non considera il contesto ambientale, sociale e culturale.

«La richiesta che viene posta agli adulti- chiarisce Merlo- è quella certamente di esserci, di essere coerenti e affidabili, di essere i primi a credere che il bullismo, anche quando coinvolge i ragazzi con disabilità, non sia un fenomeno ineluttabile e quasi ‘naturale’. Un fenomeno che si può prevenire, contrastare e risolvere: più con le riflessioni che con le punizioni, più lavorando per avvicinare al posto che separare».

Le attività proposte da Inclusi, pongono le basi per organizzare attività specifiche nelle scuole, riservate agli insegnanti, sulla prevenzione del bullismo legato alla disabilità, per capire quali sono i comportamenti che possono contrastare in modo efficace le situazioni di bullismo e quelli che invece possono facilitarli, per conoscere le diversità e saperle includere.
«Chi compie atti di bullismo verso le persone con disabilità risponde in genere alla necessità di ‘proiettare’ sull’altro, e quindi allontanare da sé, le proprie fragilità», conclude Merlo.

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