Sostenibilità
Il boom delle Vélib: il parere di Fiab-onlus
Le Vélib, bici pubbliche a Parigi sono entrate in funzione da due settimane
di Redazione
A soli 15 giorni dall’entrata in funzione di “Vélib”, il servizio di noleggio bici pubbliche di Parigi, già si registrano i primi successi: 80.000 persone utilizzano ogni giorno le 10.648 biciclette pubbliche disponibili nelle 750 stazioni dislocate nell’intera città. Ciò è la conferma che per spostamenti brevi urbani la bicicletta è il mezzo più conveniente e più competitivo di qualsiasi altro mezzo di trasporto cittadino.
Inoltre circa 80mila auto vengono lasciate a casa senza, per questo, che il commercio o l’economia della città si blocchi, come invece si grida qui da noi quando un qualche benché piccolo intervento per favorire la mobilità ciclistica urbana viene intrapreso da una qualche Amministrazione comunale.
“Vélib” (da Vélo e Liberté), non a caso definito il più ambizioso progetto al mondo di bici a noleggio, anche perché si propone di raddoppiare il numero di bici pubbliche e quello di stazioni di prelievo entro fine anno (20.600 e 1451), rappresenta una buona pratica dal punto di vista economico.
Insieme al “VeloV” di Lione (il servizio di bici pubbliche inaugurato un paio di anni fa con 2.500 biciclette a disposizione in 175 postazioni, di cui ogni bici è usata d’estate da 30 persone al giorno), la realizzazione e la gestione del servizio non solo non costa un solo euro alle casse del Comune ma porta introiti per tasse di concessione. Inoltre, ed è un altro dato significativo, è interamente finanziato dai privati con i proventi della gestione gli spazi pubblicitari.
Considerato che è indubbia l’utilità del servizio quale contributo significativo anche in termini di educazione alla mobilità alternativa e sostenibile, viene voglia di chiedersi: perché da noi, in materia di traffico, i privati finanziano solo parcheggi sotterranei, ritenuti da tutti – erroneamente – la soluzione ai problemi di mobilità? Chissà che l’esperienza di Parigi non insegni qualcosa di nuovo ad amministratori, imprenditori e cittadini. Osservano alla Federazione italiana degli amici della bicicletta
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