Cultura

Il blues dolce di Rea? Voce calda, ritmo e passione

Recensione del cd "The Blue Jukebox" di Chris Rea.

di Enrico Barbieri

Forse ha ragione Mick Collins, uno che di musica nera se ne intende: in fondo né Eric Clapton né Stevie Ray Vaughan hanno mai suonato vero blues. Ci sono andati molto vicino, però. Lo stesso si può dire di
Chris Rea: da un englishman di origine frusinate, uomo dai 22 milioni di dischi venduti e dai fulgidi trascorsi pop, non ti puoi aspettare il blues sanguinante del Mississippi… Note rotonde, un canto sensuale da crooner e una bella serie di magie sulla sei corde, però, sì. Le 13 tracce di The Blue Jukebox proseguono sulla strada del sofferto Stony Road: la voce è calda, ben invecchiata, la chitarra slide scorre fluida, la padronanza del ritmo è assoluta. Un disco pieno di passione, fatto di musica che magari non brucia come il vero blues, ma di certo riesce a scaldare cuore e anima.

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