Famiglia

il biologico taglia i prezzi

carovita Due grandi catene del naturale lanciano un'offensiva

di Redazione

Si chiamano rispettivamente Blocca il prezzo e Spesa base le iniziative messe in campo dalle due principali catene italiane di supermercati biologici NaturaSì (64 punti vendita) e B’io (260 negozi), per dare un po’ di respiro ai consumatori strozzati dal caro-spesa. Diverse nel nome ma uguali nella sostanza, i progetti hanno un unico obiettivo: offrire un paniere a prezzo bloccato composto da beni di largo consumo per la prima colazione (latte, zucchero, biscotti, marmellata), prodotti da forno (grissini, pane, cracker), bibite e succhi, yogurt, uova e detersivi. La categoria più rappresentata è quella dei primi piatti, sughi, contorni e condimenti, con una trentina di referenze di pasta, farina, riso, olio extravergine d’oliva e polpa di pomodoro. «Si tratta di un’iniziativa già sperimentata in passato presso i punti vendita di alcune città e testata a livello nazionale da marzo a giugno 2008», spiega Paola Santi che ha coordinato il progetto per B’io. «Grazie al rapporto di collaborazione e di fiducia instaurato con tutti gli attori della filiera semi corta del biologico – produttori, distributori e negozianti – sarà possibile replicare l’esperienza, da ottobre a dicembre, rinunciando ognuno a parte delle rispettive marginalità».
Nello specifico, il paniere elaborato prevede il prezzo fermo al marzo 2007 per circa 65 beni di largo consumo distribuiti da NaturaSì e per 57 distribuiti da B’io (un po’ meno per le dimensioni più ridotte dei negozi), che saranno contrassegnati sugli scaffali da appositi frontalini. «Il risparmio medio su questi beni ammonta circa al 7%, con punte del 25% su alimenti come pane, pasta e cereali, tanto da renderli, in alcuni casi, equiparabili se non addirittura concorrenziali rispetto ad analoghi prodotti convenzionali». Qualche esempio? Da ottobre, un chilo di farina di grano tenero int. Ecor costerà 1,29 euro; una confezione (500 gr) di spaghetti, fusilli, penne o maccheroni Bio NaturaSì, 0,98 euro; mezzo chilo di pane di segale Schreder, 1,64 euro. «Grazie alle attuali economie di scala, il delta fra i costi del biologico e quelli del convenzionale si è ridotto molto rispetto al passato, pur conservando le giuste differenze. Tant’è che, per il 2008, nonostante i tempi grami, abbiamo registrato una crescita nelle vendite del 19,5% in valore assoluto e dell’8,8% a parità di rete, escludendo i negozi aperti negli ultimi 12 mesi», dice Roberto Zanoni, direttore generale di NaturaSì. «Ma sono proprio i derivati del grano e qualche latticino, ossia i prodotti che hanno subito i maggiori rincari, ad essere oggi i più vantaggiosi grazie al blocca-prezzi».
È possibile, sulla base delle referenze incluse nel paniere bio, fare una stima del valore di spesa settimanale relativo a una famiglia media? «Difficile», sostiene Santi. «Non solo perché i nostri prodotti risentono in misura maggiore degli andamenti stagionali, ma anche e soprattutto perché biologico è uno stile di vita e non semplicemente un’etichetta: tanto più lo si abbraccia, tanto più cambiano le abitudini di consumo. Mangiare meglio, a volte, significa anche mangiare e comprare meno, quindi risparmiare sul superfluo».
L’elenco dei prodotti inseriti nel “paniere bio” sarà disponibile sui siti della rete NaturaSì (www.naturasi.it) e B’io (www.b-io.it).


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