Sostenibilità

Il biologico italiano va forte all’estero

Buon risutato per le esportazioni dal nostro paese. Lo rivela un'indagine Ismea

di Gabriella Meroni

Il bio made in Italy si fa apprezzare, non solo in Europa, ma anche negli Stati Uniti e in Giappone. Lo rileva un’indagine dell’Ismea, l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, e Firab (Fondazione italiana per la ricerca in agricoltura biologica e biodinamica), presentato a Norimberga al Biofac.

L’indagine sull’export di prodotti bio nei mercati Ue e’ stata condotta su un campione di 100 aziende del comparto, con forte orientamento all’esportazione. Il mercato del bio mostra un buon dinamismo, grazie soprattutto al contributo di Paesi come Germania, Francia e Regno Unito, ma anche alla forte richiesta del nord Europa, come Svezia e Danimarca. Tra i Paesi extra-Ue i principali sbocchi commerciali sono rappresentati da Svizzera, Stati Uniti e Giappone, mentre rivestono un ruolo ancora marginale mercati potenzialmente interessanti come Canada, Russia e Cina.

Per il 55% delle aziende prese in esame, l’attivita’ di esportazione dovrebbe continuare a crescere, anche a un tasso sostenuto, mentre solo il 3% si e’ espresso in senso negativo, prevedendo al contrario un rallentamento delle vendite all’estero. Ad emergere e’ anche un’elevata propensione da parte della aziende alla ricerca di nuovi sbocchi commerciali, soprattutto per quanto riguarda i Paesi emergenti, in particolare Russia, Cina, India e Brasile.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.