Cultura

Il biologico ha fatto gol

Il Palermo Calcio si alimenta così. E in due anni dalla serie B è arrivato in Europa. Intanto sempre più mense in Italia adottano il cibo naturale

di Carlotta Jesi

Mangiare bio assicura un posto in Coppa Uefa. Non è uno scherzo. Nella passata stagione calcistica è successo alla squadra del Palermo Calcio, balzata in due anni dalla serie B all?olimpo delle competizioni internazionali grazie ai prodotti alimentari biologici della Probios. Marchio riconfermato come fornitore ufficiale della squadra anche per questo campionato.

Roba da vip, direte voi. Macchè: il functional food, cibo arricchito di vitamine e sali minerali che sembra essere la vera novità dell?universo bio, fa bene agli sportivi quanto ai celiaci. Tant?è che tra i 20 milioni di italiani fra i 30 e i 44 anni che mangiano bio, oltre all?11 rosanero, figurano malati ricoverati negli ospedali pubblici e perfino detenuti (vedi box).

900mila pasti al giorno
Ma è il dato sui consumatori fra i 3 e i 13 anni a dimostrare, una volta per tutte, che il biologico non è più un prodotto di nicchia: in 900mila, ogni giorno, consumano un pasto naturale nelle 608 mense scolastiche che offrono un menù bio. «Mense che fanno scuola, anche all?estero». Parola dell?assessore Maria Coscia, responsabile delle politiche educative e scolastiche del comune di Roma: «Offriamo 140mila pasti al giorno, a base di prodotti biologici, carne e pesce nostrani, banane e cioccolato equosolidali, che tra qualche settima una delegazione dell?Università di Cardiff verrà in Italia per studiare». E guai a pensare che si tratti di un consumo passivo o solo indotto dallo Stato, avverte Paolo Carnemolla, segretario della Federazione italiana per l?agricoltura organica: «L?anno scorso, i genitori di una scuola di Bologna hanno trascinato il sindaco Cofferati davanti ai giudici del Tar perché applicasse la legge sulle mense biologiche nelle scuole, anche se un pasto naturale per i loro figli avrebbe portato a un aumento della retta».

Stiamo parlando dell?Emilia, d?accordo, dove mangiare bene è obbligatorio per legge dal 2002 e dove le scuole stanno studiano una bio prima colazione da offrire agli alunni. Ma la mobilitazione dei genitori bolognesi dimostra che il biologico sta prendendo rotte, e forme, nuove.

Così, se le grandi catene dei supermercati hanno sostituito i pulcini che pigolavano bio bio sui loro cartelloni pubblicitari con offerte paghi due prendi tre, i piccoli produttori rispondono con il Cassettone bio.«Una cassetta con 10 chili di frutta e verdura bio, consegnata a domicilio entro 24 ore dalla raccolta, da dividere con i vicini di condominio per ragioni economiche prima ancora che etiche», spiega Enrico Erba dell?Associazione italiana agricoltura biologica (Aiab), «A Roma, dove il Cassettone bio è stato lanciato un anno fa dalla cooperativa Officine Bio che racchiude produttori medio piccoli, l?idea ha già conquistato 500 famiglie. Ma altre esperienze di cassette bio sono attive in Sicilia e Sardegna». Il loro punto di forza?

Rosa Maria Bertino, della Disitilleria Eco Editoria, non ha dubbi: «La filiera corta. Come i Gruppi d?acquisto solidale, cresciuti da 147 a 170 nell?ultimo anno, il Cassettone solidale azzera la distanza tra produttori e consumatori». Consumatori che, oltre a mangiare, oggi possono vivere, vestire e persino truccarsi in maniera biologica. Per rendersene conto, basta sbirciare tra gli stand della diciassettesima edizione del Sana in corso a Bologna. In mostra, ci sono piastrelle anti smog al biossido di titanio che combattono gli effetti dell?inquinamento, parquet in papiro selezionato, interi guadaroba in lino, peeling per la pelle alla farina di pino mugo e creme per il viso con la data di scadenza che raccontano di un altro settore in pieno boom: la biocosmesi. Trucchi biologici, per intenderci. Possibile?

Obiettivo farmacie
«Creme, saponi, ombretti. Già», conferma Rosa Maria Bertino, «Qualche anno fa, c?era chi s?avvicinava al bio per la paura di Mucca Pazza. Oggi perché ha sviluppato qualche allergia o intolleranza che spinge verso prodotti naturali, prodotti spesso consigliati dai medici».

Difficile, per il momento, riuscire a prevedere se il biologico sbarcherà anche sui banconi delle farmacie. Un settore che, di certo, ha già conquistato, è quello del turismo: lo prova la mappa geografica dell?Emilia biologica che s?è andata ad affiancare alle numerose guide sugli agriturismo naturali, l?inaugurazione del primo hotel bio in Alto Adige, le richieste di certificazione che arrivano alla sede dell?Aiab dai bed & breakfast di tutta Italia e la nascita delle prime spa biologiche al 100%. Spa, come salus per aquam, salute attraverso l?acqua: non sembra una sigla fatta apposta per il bio?

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