Famiglia
Il Bike sharing buca subito
Servizio troppo costoso e poco fruibile. Gli utenti protestano, ma l'Atac si difende: miglioreremo
Smog. Traffico. Stress. Le città soffocano. E le giunte rispondono o almeno ci provano. Quella di Roma, ad esempio, ha appena approvato le linee d’indirizzo del Piano strategico della mobilità sostenibile. Un piano ambizioso, se non faraonico: nuove infrastrutture di trasporto pubblico e privato; riorganizzazione del sistema esistente (più tram). È prevista, di nuovo, la pedonalizzazione del centro storico. Staremo a vedere. Qualche associazione (l’Aduc ad esempio) resa scettica dai tanti tentativi del passato, già emette comunicati di sfida. Il sindaco Alemanno, giustamente, tira dritto.
Contano anche le piccole cose
Bene dunque il Piano. Ottimo che ci sia una visione complessiva dei problemi. Ma forse, nell’attesa della realizzazione (i tempi saranno necessariamente lunghi) ci si potrebbe anche impegnare nelle piccole soluzioni che, altrove hanno dimostrato di funzionare (non di essere risolutive: semplicemente di alleviare un po’ il congestionamento urbano. Vedi Parigi, Lione, Barcellona, Montreal). Ci riferiamo al Bike sharing, varato dalla giunta Veltroni nel 2007 (con l’obiettivo di avere 20mila biciclette alla fine del 2008), passato di mano e di visione con l’attuale giunta Alemanno che, scontenta della spagnola Cemusa (che l’aveva in gestione) a giugno ha deciso di trasferire il progetto ad Atac. Il servizio della multinazionale iberica non sarà stato eccellente (poche bici, poca integrazione coi mezzi pubblici) ma almeno aveva spinto 3mila persone ad abbonarsi.
Il bike-sharing di Atac
Quanto Atac (che si è presa un anno e mezzo per sperimentare un servizio al 3 anno di attività…) sia interessata a gestire soluzioni innovative di mobilità urbana, decidetelo voi. L’azienda di trasporto romana (che gestisce anche il car sharing, che negli ultimi giorni è praticamente irraggiungibile telefonicamente. Curioso modo di “gestire” un servizio), ha come prima cosa introdotto delle novità. Ad esempio ha eliminato la gratuità della prima mezz’ora (c’è ad esempio a Brescia e Bergamo) e tolto il disincentivo a tenere a lungo la bicicletta (presente ovunque: serve a far sì che effettivamente il mezzo sia utilizzato per brevi spostamenti). In questo modo, hanno sottolineato alcuni fruitori, il servizio si trasforma in un banale ciclo-noleggio. Per di più costoso: per 60 minuti si paga un euro (lo stesso costa un biglietto dell’autobus, che però dura 75 minuti). Non solo: questa estate i parcheggi del centro erano vuoti e sapete perché? C’era il rischio che le biciclette, approfittando delle solitudini agostane, fossero rubate (cosa in parte avvenuta lo stesso: a giugno ne sono scomparse circa 50, poi almeno in parte ritrovate).
Insomma un servizio che non soddisfa gli utenti e che viceversa è difeso dall’Atac. «Siamo stati a Milano per imparare da chi è più avanti di noi» – ha detto qualche giorno fa il presidente dell’azienda, Massimo Tabacchiera – «intanto ci muoviamo in una logica di sviluppo e di risoluzione dei problemi: siamo in grado di realizzare prossimamente 44 nuove postazioni tra centro storico (15), Trastevere (8), Prati (21) e Ostia (4). Si arriverebbe così a 70 postazioni». Peccato, fanno notare gli utenti, che«i dettami internazionali del bike-sharing dicano che le stazioni devono stare al massimo a 300 metri una dall’altra» (e si capisce il perché).
Converrà comprarsela, la bicicletta?
Nel frattempo, il Ministero dell’Ambiente ha riaperto gli incentivi per l’acquisto delle due ruote: in due giorni e mezzo, fa sapere con una nota, sono state vendute in Italia 37mila biciclette e impegnati oltre 4 milioni e 700mila euro di incentivi (su un totale di 7,7 milioni). Praticamente un acquisto ogni 2 secondi negli orari di apertura dei negozi. «C’era grande attesa per l’esito di questi incentivi – ha commentato il ministro Stefania Prestigiacomo – «si tratta di un dato straordinariamente incoraggiante sia dal punto di vista culturale, evidenziando una forte propensione della gente ad una mobilità sostenibile e sana, che dal punto di vista economico dal momento che gli incentivi metteranno in moto acquisti per oltre 25 milioni di euro. Complessivamente, sommando le misure del maggio scorso e quelle in corso avremo promosso l’acquisto di oltre 100 mila biciclette». E volete sapere chi sono i cittadini più attenti a questi incentivi? Ce lo dice lo stesso ministero: «Fra le città Roma guida la pattuglia degli amanti delle 2 ruote con mille acquisti, seguita da Milano, Rimini e Torino. Per quanto riguarda la distribuzione territoriale è avanti il nord con oltre il 69%, seguito dal centro (16%) e dal sud e isole».
(Per saperne di più: www.incentivibiciclette.minambiente.it)
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