Cultura

Il bianco e il nerosecondo McCarthy

«Sunset Limited», romanzo in forma di dialogo

di Redazione

Un Bianco e un Nero, sono i soli due personaggi di questo breve, intenso e imperdibile libro di Cormac McCarthy (scritto nel 2006, lo stesso anno de La Strada). I due sono seduti agli estremi di un tavolo-ring, teatro di un dialogo mozzafiato. Una bibbia. Un giornale. Un taccuino e una matita. Una cucina con poche stoviglie. Sono i soli elementi di contesto attorno ai due uomini e alla loro partita sul senso del vivere. È come se McCarthy prosciugasse una volta di più, dopo il rarefatto paesaggio di apocalisse e polvere de La Strada, tutto ciò che sta attorno alla domanda più propriamente umana: «Io che c’entro con le stelle?». Qui non ci sono neppure i venti grigi e freddi che tormentano padre e figlio mentre si dirigono a sud in La Strada. Tanto meno i paesaggi western del Texas o del Messico di Cavalli selvaggi, né i pick up, le pistole e i dollari di Questo non è un paese per vecchi. Solo un tavolo ai cui estremi sono seduti un Nero e un Bianco, impegnati come su un ring a discutere del senso della vita, non in astratto, ma qui, oggi, sulla banchina del Sunset Limited, mentre si aspetta il solito quotidiano treno. C’è un antefatto: il Nero («ma non era nei miei programmi»), un ex galeotto diventato cristiano, ha strappato il Bianco, un intellettuale disilluso, dal suo intento di gettarsi sotto il treno. «Tutto ciò che non riguarda la vita o la morte non è interessante», ha detto McCarthy in una delle sue rare interviste. Di questo si tratta anche in questa partitura quasi teatrale. Non vi anticipiamo il finale, nessuno dei due vincerà, resterà solo la potenza delle domande insieme bibliche e post moderne. Come dice il Nero: «Chi fa domande vuole la verità. Mentre chi dubita vuole sentirsi dire che la verità non esiste».

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