Bandi

Il benessere degli adolescenti? Sfida da vincere insieme a loro

Può un bando costruirsi sulla base dell'ascolto dei beneficiari? Lo fa BenEssere, promosso dall'impresa sociale Con i Bambini, ha basato la sua forza su quell'attenzione mancata agli adolescenti a partire dalla pandemia. E le 51 comunità educanti scelte hanno già ingranato la marcia per dimostrare che il futuro può essere consegnato con serenità ai più giovani

di Gilda Sciortino

llinee guida sono sempre quelle alla base degli interventi volti a contrastare la povertà educativa minorile e a favorire il benessere psicologico e sociale degli adolescenti, ma questa volta cc’è uno scatto in più perchè il Bando BenEssere, promosso dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, vedrà ancora di più gli adolescenti protagonisti delle azioni che le 51 comunità educanti di tutta Italia, metteranno in campo, chi in 36 chi in non oltre 48 mesi di attività, mettendo in moto un grande cantiere educativo sul tema del benessere psicologico e sociale degli adolescenti. Adolescenti che, forse per la prima volta, sono stati ascoltati prima di confezionare un bando capace di portare i risultati sperati e non che servisse sono a impiegare i fondi messi disposizione.

Viviamo in un paese dove la consegna della responsabilità e del potere a chi viene dopo di noi è la più lenta del pianeta

Marco Rossi-Doria, presidente di Con i Bambini

Freschi, innovative, risultato di un lavoro portato avanti sui territori, ma anche di un confronto con gli stessi ragazzi per non calare alcun intervento dall’alto, le iniziative che avranno come bersaglio oltre 38mila ragazzi e ragazze tra gli 11 e i 18 anni,con un focus specifico sulla prevenzione e il supporto in favore dei più fragili. Approccio, neanche a dirlo, determinante per la scelta finale degli interventi da mettere in campo.

La multimedialità, l’utilizzo delle piattaforme tanto amate dai più giovani, una su tutte Tik Tok, entrano in campo, con il bando BenEssere, in maniera preponderante. Forse il primo caso in cui, accanto alla figura del giornalista, ci sarà quella del comunicatore che avrà da gestire quel mondo dei social media ormai in continuo e frenetico sviluppo.

«Siamo a un passo dall’avvio dei progetti, però io voglio partire da prima», ha affermato Marco Rossi-Doria, presidente di Con i Bambini ad apertura della duye giorni che ha riunito i responsabili dei progetti e della comunicazione in vista del lungo percorso che avranno davanti. «C’è stata un’epidemia e per mesi in televisione, sui giornali, si è parlato dell’ interruzione del lavoro, si è parlato giustamente delle questioni legate alla salute, agli anziani, ma ci si è dimenticato lungamente dei ragazzi mentre erano attaccati per continuare a fare scuola, mentre avevano interrotto i fidanzamenti, le amicizie, la possibilità di stare insieme, di giocare, di fare sport».

Una delle società più vecchie del pianeta che si permette di trattare male i suoi ragazzi durante una crisi

«Non abbiamo considerato il fatto che quello che stavano vivendo i nostri ragazzi non era paragonabile a quello che avevano vissuto i loro genitori e neanche i loro nonni, semmai in forme diverse i loro bisnonni. Non c’è stato ascolto», aggiunge Rossi-Doria, «così come non c’è stato rispetto, non c’è stata attenzione, tutta la politica è stata disattenta, tutte le forze sindacali sono state disattente, tutti i media sono stati disattenti. Siamo un Paese dove un ragazzo non si può aprire un conto in banca, dove i figli se ne vanno di casa tra i più vecchi del pianeta, dove non si fanno figli; un Paese nel quale, in aggiunta a tutto questo, è aumentava ulteriormente la povertà di tanta parte di questi ragazzini. Povertà che vuol dire tante cose: vuol dire non andare in vacanza, vuol dire che, ogni volta che devi comprare un vocabolario per le scuole superiori, è un disastro in famiglia, vuol dire vivere in posti angusti, vuol dire vivere in luoghi brutti».

Per la prima volta in Europa si è dato valore a ciò che i ragazzi raccontavano

«Dobbiamo essere fieri di questa fatica che facciamo tutti quanti», conclude il presidente di Con i Bambini, «perché questi ragazzi, tra 5, 10 o 15 anni costruiranno ponti, useranno l’intelligenza artificiale per salvare il pianeta, si sposeranno o non si sposeranno, avranno delle compagne e dei compagni, faranno figli, aiuteranno e forse amministreranno le loro città. Non sono e non saranno degli sfigati, dei relitti a cui noi diamo un piccolo aiuto, sono il nostro futuro».

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