Non profit

Il bene torna comune, quarta edizione

Nuovo bando per recuperare e valorizzare i beni culturali inutilizzati nel Mezzogiorno. Rivolto ai proprietari dei beni e al Terzo settore mette a disposizione 4 milioni di euro. Secondo Borgomeo, presidente della Fondazione Con il Sud, attraverso la valorizzazione si recupera «la dimensione sociale e una prospettiva comunitaria di sviluppo che tanto serve al nostro Sud»

di Redazione

È arrivato alla quarta edizione il Bando Bando Storico – Artistico e Culturale con il quale Fondazione Con il Sud propone una formula sperimentata: chiedere ai proprietari di immobili inutilizzati di metterli gratuitamente a disposizione della comunità locale per almeno 10 anni e, successivamente, rivolgendosi alle non profit per proposte di valorizzazione dei beni in chiave comunitaria. A disposizione 4 milioni di euro.
Due le fasi dell’iniziativa che interessa i beni immobili di pregio storico, artistico e culturale presenti in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia.

«Il successo della passata edizione del bando è dovuta soprattutto alla sperimentazione di un processo inclusivo e partecipativo che sollecita le comunità locali a interrogarsi sul futuro del loro territorio e sul senso di responsabilità individuale e collettiva» ha dichiarato Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione Con il Sud. «Valorizzare gli immobili inutilizzati, con la partecipazione di proprietari e società civile, significa recuperare la dimensione sociale dei beni culturali e una prospettiva comunitaria di sviluppo di cui il Paese e soprattutto il Sud hanno estremo bisogno».

Nel corso della prima fase, amministratori e proprietari dei beni (persone fisiche e giuridiche, enti pubblici e privati) potranno inviare alla Fondazione una manifestazione di interesse con cui si impegnano, tra l’altro, a riservarle l’onere e il diritto di individuare il miglior intervento di valorizzazione del bene e, di conseguenza, di selezionare l’ente del Terzo settore a cui concederanno l’utilizzo del bene per almeno 10 anni.
Potranno essere candidati immobili o porzioni di immobili che non siano già utilizzati o affidati e che siano idonei ad ospitare attività socio-culturali. Potranno essere prese in considerazione le aree archeologiche solo se adattabili allo svolgimento di questo tipo di attività e le chiese, solo se non più adibite al culto.

Sono esclusi ruderi, giardini, parchi, cave, piazze, cimiteri, sorgenti, terreni o altri beni ritenuti non idonei alle attività previste. Le candidature dei beni potranno essere inoltrate fino al 30 marzo 2018. La Fondazione si riserva di chiudere in anticipo il periodo di candidatura qualora fosse raggiunto un numero sufficiente di beni selezionati.

La Fondazione valuterà man mano gli immobili: di quelli ritenuti idonei sarà pubblicata una scheda sul sito, dando la possibilità alla comunità di condividere idee e commenti.

Nella seconda fase, gli enti del Terzo settore potranno presentare progetti di valorizzazione relativi ai beni selezionati, in un’ottica di uso comune e di restituzione alla collettività degli immobili. Le proposte progettuali potranno essere presentate da partnership composte da almeno tre soggetti, di cui due organizzazioni di Terzo settore, oltre a istituzioni, università, mondo economico e della ricerca. I proprietari dei beni selezionati non potranno aderire a partenariati che presentino proposte di riqualificazione e rivalutazione dell’immobile di cui detengono la proprietà. Le proposte dovranno prevedere interventi capaci di generare concreti effetti positivi, in termini di sviluppo socio-economico, per la comunità locale.

Attraverso le precedenti edizioni del Bando (2008, 2011, 2014), la Fondazione ha sostenuto 28 progetti per la tutela e valorizzazione del patrimonio storico-artistico e culturale, per un’erogazione complessiva di oltre 11 milioni di euro.


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