Non profit

Il bene comune come missione d’impresa

L'assise della maggiore organizzazione di rappresentanza della cooperazione sociale

di Redazione

Con le sue 5.404 cooperative sociali aderenti Federsolidarietà è la più grande organizzazione di rappresentanza del settore. Quello di Roma è un appuntamento importante, che tra l’altro eleggerà il nuovo presidente. In queste pagine una sintesi del documento preparatorio che verrà discusso dai 500 delegatiIl documento preparatorio per la discussione nelle assemblee territoriali di Federsolidarietà è stato discusso e deliberato dal consiglio nazionale nella seduta del 2-3 dicembre 2009. È suddiviso in quattro parti: scenari, missione, priorità, azioni. Eccone una sintesi, in vista dell’assemblea nazionale che ha per titolo: «Funzione pubblica: missione d’impresa della cooperazione sociale».

Realtà all’avanguardia
Nello sforzo collettivo di ripensare lo sviluppo, tenendo conto della crisi globale (non solo economica, ma anche sociale ed etica), la cooperazione sociale, «modello maturo, infrastrutturato, coerente», è già da tempo nel nuovo paradigma: essa «può e deve sviluppare imprenditorialità, managerialità, occupazione, ricavi producendo al contempo beni pubblici o collettivi, perseguendo finalità di interesse generale». «Cellula connettiva di imprenditorialità e solidarietà», capace di produrre valore per la società e di realizzare servizi e prodotti accessibili a tutti, la cooperazione sociale è ormai una realtà economica importante; è «partner dell’ente pubblico nella costruzione di un sistema di welfare; soggetto attivo che interviene in tutte le fasi del processo di costruzione delle politiche di welfare; componente fondamentale nell’erogazione di servizi che rispondono ad interessi generali». Non solo: «Contribuisce alla costruzione di un sistema di workfare perché ha la capacità di creare posti lavoro accessibili per gli svantaggiati e per quelle persone che fanno parte di fasce deboli del mercato del lavoro; propone, accanto alla tradizionale formazione lavorativa “on the job”, azioni di empowerment dei beneficiari». Ha, insomma, un grande potenziale che può essere ulteriormente sviluppato.

Rappresentanza progettuale
E qui si innesta il ruolo di Federsolidarietà/Confcooperative che, si legge nel documento, «promuove e sostiene lo sviluppo, per le proprie cooperative, di relazioni di rete con tutti i soggetti della cooperazione, del terzo settore e dell’economia». In particolare attraverso i consorzi che costruiscono know-how, ne facilitano il trasferimento incrementando la professionalizzazione. Soprattutto le reti consortili consentono di far leva sull’intersettorialità perché assumono il progetto di sviluppo del territorio come elemento centrale del proprio piano di sviluppo strategico (secondo la duplice prospettiva tipica della cooperazione sociale: della mutualità interna e della vocazione multistakeholder). Quella di Federsolidarietà intende essere una “rappresentanza progettuale”: vicina ai territori e alle imprese, capace di svolgere una funzione sindacale e culturale, la federazione si propone come agente intermedio, la cui rappresentanza si basa su un progetto e su proposte condivise e che quindi implica partecipazione, governance allargata, lavoro di squadra anche con altre federazioni di Confcooperative.

Le priorità
Tale visione si concretizza in precise priorità: il finanziamento dei livelli essenziali ad opera dello Stato; il passaggio da un modello di servizi di welfare ideati e generati prevalentemente da strutture pubbliche ad un modello policentrico in cui i soggetti pubblici e i privati a valenza pubblica sono integrati; il potenziamento dell’infrastrutturazione della rete di servizi e prestazioni pubblico-private in modo che sia più coerente con le necessità delle persone e per le famiglie (politiche attive per la famiglia); lo sviluppo dell’intersettorialità e le politiche attive del lavoro, per ridurre le barriere all’ingresso nel mondo del lavoro dei soggetti svantaggiati. «La cooperazione sociale intende», è scritto nel documento, «sempre più promuovere e sostenere le politiche che facilitano l’accesso per tutti i cittadini ai diritti fondamentali per la dignità della vita, nella consapevolezza di voler favorire un processo di evoluzione di soggetto di diritti e di doveri. È in questa logica che individuiamo diversi piani di azione tra loro connessi, consapevoli dell’importanza di tenere insieme i bisogni delle diverse sfere di vita a tutela della centralità della persona, e di favorire la collaborazione tra i settori cooperativi quale strumento delle politiche di intervento».
Nello specifico, la cooperazione sociale intende strutturare alcuni servizi mirati: dal supporto alla famiglia alle azioni di conciliazione tra la sfera familiare e quella lavorativa; dai servizi di cura e alla persona (anziani, infanzia e adolescenza, giovani, disabili, dipendenze, psichiatria) a quelli educativi; dall’housing sociale ad azioni di sviluppo sostenibile fino ad azioni di inclusione ed integrazione, di multiculturalità e di inserimento lavorativo.
Sostegno concreto
Vi sono anche altri fronti sui quali la federazione si propone come soggetto attivo. Anzitutto quello delle politiche di supporto allo sviluppo dei mercati per individuare e promuovere ogni possibile strumento a sostegno della cooperazione sociale (politiche fiscali, voucher, accreditamento, modalità di relazione contrattuale pubblico/privato). In questo ambito anche l’impegno per il contratto collettivo nazionale di lavoro, la cui applicazione, già a ottimi livelli, rappresenta «anche per i soci lavoratori un elemento di mutualità e di equità retributiva». Vi è poi il fronte delle politiche e dei servizi di supporto allo sviluppo imprenditoriale: la sistematizzazione del know-how, l’attività formativa (rafforzando la scuola per dirigenti politico-sindacali), la promozione del bilancio sociale e la sua ulteriore diffusione (Federsolidarietà ha messo a punto una piattaforma), iniziative di sostegno alla cooperazione internazionale e di facilitazione di accesso al credito, la realizzazione di una assistenza giuridico-fiscale (su bandi, gare, contrattualistica) mirata per la cooperazione sociale (avvalendosi anche di relazioni con i servizi di Confcooperative).
Gli ultimi paragrafi del documento sono dedicati all’Europa (fronte sul quale si denunciano forti ritardi e si auspica nel prossimo quadriennio «una partecipazione maggiore e più articolata della rappresentanza e delle strutture tecniche di Federsolidarietà»), al sostegno delle persone (occorre «sviluppare una sensibilità specifica nelle cooperative e nei cooperatori di Federsolidarietà attraverso percorsi di carriera, riconversione di alcune professioni, politiche dei redditi: ristorni, remunerazione prestiti sociali, centrali d’acquisto, associazione dei cooperatori, mutue, patronati, carta del socio»), e alla rappresentanza. La federazione, le adesioni alla quale sono raddoppiate negli ultimi dieci anni, «deve riuscire a mantenere la tensione all’aggiornamento dei propri strumenti di comunicazione e informazione verso le associate e la popolazione più ampia, fino al singolo socio cooperatore». Analogo aggiornamento deve riguardare anche gli strumenti e le forme della rappresentanza (e il Libro Verde sull’inserimento lavorativo è indicato come un buon esempio). L’obiettivo è aprire una nuova relazione con tutti – interlocutori esterni, portatori di interesse – potenziando anche gli strumenti di comunicazione.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.