Non profit

Il bel René in fuga dai riflettori

Primo giorno di lavoro per Vallanzasca

di Redazione

Chi è e cosa fa
la cooperativa Ecolab, in cui ha preso servizio l’illustre detenuto
Renato Vallanzasca ricomincia con una fuga. Ma questa volta per tornare in carcere. «Abbiamo attirato tutti i giornalisti all’interno della cooperativa chiedendo di tenere le telecamere spente fino a che non fosse arrivato Renato. Li abbiamo intrattenuti mentre Vallanzasca scappava verso Bollate da un’uscita sul retro», racconta Massimo D’Angelo, responsabile della cooperativa sociale Ecolab, nata nel 2000 all’interno dell’Area penale della Casa circondariale di San Vittore e che da quattro anni collabora dall’esterno con le carceri di Bollate, Opera e Monza per dare lavoro ai detenuti. È qui che il “bel René” d’ora in poi verrà a lavorare. Una strada questa già percorsa da Omar Favaro, l’assassino di Novi Ligure, che fa il giardiniere ad Asti in una cooperativa legata alla Caritas.
Ecolab è una pelletteria che produce borse, portafogli e zaini a basso impatto ambientale. Si è passati dalla canapa al cotone e poi alla pelle conciata al vegetale, cuoi rigenerati e juta fino a materiali di riciclo come il pvc. Tante cose da imparare per un nuovo arrivato. «Lo tratteremo come tutti gli altri. Farà un periodo di formazione con una borsa lavoro di circa 400 euro, in cui imparerà a conoscere tutta la filiera. Poi troveremo la mansione più adatta a lui e, se tutto andrà bene, lo assumeremo», spiega D’Angelo. L’arrivo di un “vip” come Renato Vallanzasca è stato traumatico per la fortissima pressione mediatica, ma D’Angelo è fiducioso: «Appena tornerà un po’ di tranquillità sono sicuro che non ci sarà nessun tipo di problema. Infatti l’80% dei detenuti che ha lavorato con noi ha completato con successo il reinserimento sociale e abbiamo un tasso di recidiva solo del 3,7%». Oggi in tutto sono 10 i dipendenti, di cui 6 detenuti e 4 disabili. Una ricetta di successo utilizzata però col contagocce. Il motivo? I costi: un carcerato lavoratore costa circa 1.400 euro al mese.
Anche i grattacapi di Ecolab sono tutti di natura economica. La crisi e il mercato sono stati impietosi e le commesse si sono ridotte drasticamente. «Mentre nel 2008 avevamo una commessa da 80mila euro per la Banca Popolare di Milano, nel 2009 si è ridotta a un valore di 10mila euro», continua D’Angelo.

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