Sostenibilità
Il bebè responsabile, sin dal primo uè
Ogni anno si accumulano100mila tonnellate di rifiuti non biodegradabili: tanti sono i pannolini consumati in Italia. Ma oggi cè unalternativa.
Non è mai troppo presto per cominciare a essere consumatori responsabili. Anche un neonato può fare la sua parte, indossando i pannolini lavabili al posto di quelli usa e getta: in questo modo risparmierà all?ambiente, in un arco di tempo di circa tre anni, l?età media in cui i bambini diventano autonomi, un carico di rifiuti di diverse centinaia di chili, calcolato sulla base di un consumo medio di quattro pannolini al giorno. Possiamo anche provare a stimare l?impatto sul territorio italiano: l?anno scorso, ad esempio, gli italiani hanno comprato un miliardo e 300 milioni di pannolini nei supermercati. Aggiungendo i reparti maternità degli ospedali, le farmacie e altri canali di distribuzione minori, arriviamo intorno alle 100mila tonnellate di rifiuti, in gran parte non biodegradabili.
Montagna di plastica
Perché il punto è proprio questo: mentre in passato i pannolini erano fatti di cellulosa, una materia prima derivata dagli alberi, negli ultimi anni sono stati introdotti materiali sintetici. “Si tratta di polimeri ad alte prestazioni”, spiega Giovanni Testa, tecnico della Stazione sperimentale della carta, “che assorbono moltissimo senza aumentare troppo di volume: pesano meno della cellulosa e sono più confortevoli”. A contatto con la pelle, poi, c?è il tessuto non tessuto, sempre derivato dal petrolio, così come il rivestimento esterno impermeabile.
Insomma, una vera e propria propria montagna di plastica. Tra l?altro, questi nuovi materiali sono fin troppo efficienti, nel senso che impediscono al bimbo di avvertire la sensazione di bagnato sulla pelle, ritardando così la conquista dell?autonomia: si spiegherebbe così perché i bambini di oggi tengono il pannolino fino a tre anni, contro i due di qualche decennio fa. E la montagna cresce ancora.
Per i genitori ecologisti la soluzione al problema sono i pannolini lavabili di cotone, eredi dei ciripà usati da generazioni di mamme, e forse ancora nascosti in fondo a qualche baule. è difficile però pensare di ritornare, anche per amore della natura, a un passato oscurantista, segnato da lavaggi estenuanti dai quali, riconosciamolo, i pannolini usa e getta ci hanno liberato.
Niente paura: la tecnologia viene in aiuto anche per i prodotti ?sostenibili?, che oggi si sono evoluti riducendo al minimo fatiche e disagi per chi si occupa del bambino. Infatti, hanno la forma anatomica e la chiusura a strappo, e sono corredati di accessori, come le mutandine impermeabili e i fogli di cellulosa usa e getta da mettere tra il pannolino e la pelle, che facilitano le operazioni di cambio e di lavaggio. Certamente l?impegno è maggiore rispetto al gesto di buttare via tutto, ma oltre alla difesa dell?ambiente si hanno indubbi vantaggi per la pelle del bambino, spesso soggetta a irritazioni quando si usano i pannolini sintetici.
Un ultimo aspetto da considerare nel confronto tra prodotti è il prezzo, un aspetto tutt?altro che trascurabile, visto che un pannolino ?convenzionale? di marca costa circa 30 centesimi. Nei tre anni presi in considerazione, la spesa complessiva si aggira sui 1.500 euro, contro i mille da spendere, in media, per un corredo completo di pannolini ecologici e accessori vari.
I biodegradabili
La vera difficoltà della scelta naturale è rappresentata dalla distribuzione, perché le aziende che producono gli ecopannolini non hanno un giro d?affari sufficiente a giustificare le enormi spese di vendita nei supermercati. Il loro mondo è il web: sono piccole imprese che producono direttamente o, più spesso, importano gli articoli dall?estero. La gamma offerta, venduta online o per corrispondenza, è ampia per modelli, taglie e accessori, e quasi tutte le aziende propongono anche detersivi ecologici, giocattoli in materiali naturali e capi di abbigliamento. E ci sono anche i pannolini in cotone da agricoltura biologica.
Concludiamo con un accenno ai prodotti usa e getta biodegradabili. Sono ancora agli esordi, ma la materia prima utilizzata è nota da tempo: il mater-bi, la plastica derivata dal mais che tutti conosciamo dai sacchetti per la raccolta differenziata dei rifiuti umidi. I pannolini biodegradabili sono di cellulosa all?interno, mentre il mater-bi si usa per il rivestimento esterno impermeabile: un possibile compromesso per chi è attento all?ambiente ma non se la sente di lavare pannolini per almeno due anni, oppure un?alternativa temporanea per le vacanze o i momenti di superlavoro.
Info:
www.bellicomeilsole.it
I Piccolissimi
www.popolino.com
Lotties
www.quibio.it
www.newbabyberry.com
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