Leggi
Il bar dell’associazione deve servire solo gli associati
Quali sono le disposizioni sulla tassabilità delle entrate di un bar interno allassociazione?
Siamo un circolo ricreativo e nella nostra sede abbiamo un bar aperto ai soci che pratica prezzi inferiori a quelli di un bar ?normale?. Abbiamo apposto, all?entrata del circolo, le solite locandine di gelati e bibite che somministriamo. Ci hanno detto che questa circostanza mette in discussione tutta la tassabilità delle entrate del bar del circolo. È vero?
La questione che sollevate credo di sia di largo interesse per le associazioni che, al pari della vostra, hanno al loro interno un bar che somministra alimenti e bevande ai soli associati. Le disposizioni del Testo unico delle imposte sui redditi, sulla tassabilità delle entrate di una simile attività prevedono un?attenuazione (se non un annullamento) della stessa per specifici soggetti (es. associazioni di promozione sociale?) finché – questo a mio avviso il limite – l?attività non si configuri come una ?normale? attività commerciale di somministrazione di alimenti e bevande e leda, se fiscalmente agevolata, la concorrenza tra i soggetti del settore.
Credo possa bastare la citazione di una recente sentenza della Corte di Cassazione (sentenza n. 612 del 18 novembre 2005) che, analizzando un caso del tutto simile al vostro, ha fornito chiari elementi di valutazione in merito alla gestione del bar interno all?associazione.
Il caso esaminato nella sentenza prendeva come riferimento valutativo proprio la circostanza che il bar dell?associazione aveva un accesso sulla pubblica via, esponeva all?entrata cartelli pubblicitari dei prodotti e praticava prezzi di poco inferiori alla comune somministrazione. Nella sentenza è interessante leggere come la limitazione della somministrazione ai soli associati doveva essere provata dall?associazione non avendo chiari ed espliciti sistemi di limitazione all?entrata che quindi permettevano, anche solo potenzialmente, l?apertura al pubblico .
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.